In un vecchio numero della rivista Alter Ego che ieri ho ritrovato tra le mie cose, mi sono imbattuta su un articolo che ho riletto con piacere e che, attraverso l’ottica di antichi miti, tocca il tema dell’Amore.
L’articolo spiega che il nostro concetto di Amore, è influenzato dal mito dell’Androgino narrato nel simposio di Platone.
Secondo questo mito, in origine esistevano degli esseri che erano per metà uomo e per metà donna, con un’unica testa ma con due volti, quattro mani e quattro gambe. Questi esseri si rivelarono ben presto arroganti e privi di umiltà e modestia, così Zeus – per punirli di tali difetti e per aver solo immaginato di poter scalare l’Olimpo – li privò della forza tagliandoli in due metà, una maschile e l’altra femminile.
Da allora, ciascuna metà vaga alla ricerca della metà perduta per ricostruire l’unità, ovvero per ritrovare quella che definiamo la mezza mela.
Tuttavia, secondo la fine della storia, quando finalmente le due metà si ritrovano, si riconoscono e quindi si riuniscono, sono destinate a morire di fame per il desiderio di fondersi l’una con l’altra.
L’articolo si conclude esortandoci a mantenere sempre la nostra individualità anche in coppia, e a spingere l’altra metà a fare altrettanto, perché nella realtà – e al di là di ogni mito – ognuno di noi dovrebbe considerarsi come un essere completo che, piuttosto che completarsi attraverso un’altra persona, dovrebbe cercare con l’altro la propria realizzazione e la felicità.
Che ne pensate? Certo è che se l’uno non fosse per l’altro un elemento fondamentale per raggiungere la felicità e l’autostima (mi amo perché un altro mi ama), tutto funzionerebbe meglio. L’individuo appagato da se stesso, ovvero colui che si apprezza ed è conscio del suo valore, indulgente con i propri difetti, e rispettoso dei suoi spazi e di quelli altrui, ha il giusto equilibrio per vivere in coppia e rendere felice chi sta con lui. Ma… noi non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo noi, e dunque siamo influenzati da insicurezze, vulnerabilità, educazione, desideri mai realizzati o delusioni passate… Siamo dunque destinati a morire di fame?
Marcia Grad ha detto che “una persona ne ama un’altra nello stesso modo in cui ama se stessa: con tenerezza e accettazione o con intransigenza e rifiuto”.
Avete voglia di dire la vostra in proposito? Vi aspetto, come sempre
Susanna
Ciao Susanna, personalmente trovo molta paura nell’essere completamente sè stessi, hanno paura di non essere amati e quindi si plasmano, ma il problema è che non amano abbastanza sè stessi. Personalmente faccio spesso battaglie:-)
Maschere, come dice Alessandro. Trasformarsi per compiacere l’altro, per “assicurarsi” il suo amore. Prima di vivere in coppia, dovremmo imparare a volerci bene. Una volta ho letto che l’amore consiste nel donare. E che donare significa possedere qualcosa in se stessi ed esserne consci, quindi essere psicologicamente forti. Mentre falso amore è ricevere e prendere a tutti i costi e cadere così nell’attaccamento morboso: l’altro deve dare ciò di cui abbiamo assolutamente bisogno per sentirci bene con noi stessi. Oppure pretendere che l’altro ci dia esattamente ciò che noi gli diamo pur di ottenere ciò di cui abbiamo bisogno.. Un circolo vizioso? Siamo davvero complicati…
Autostima: questo dobbiamo coltivare. Ma quella vera, non quella da finta corazza. Rispettare i diritti altrui senza rinnegare i propri. Imparare a dire no per rispettare i nostri sì, e viceversa.
Grazie Mariella, per essere passata di qui.
Esatto: bisogna essere forti per aiutare gli altri e bisogna essere autonomi per vivere in coppia. La contraddizione è solo apparente. Bisogna essere come due alberi forti che intrecciano i loro rami per meglio resistere alle tempeste, non come un albero cui si aggrappa l’edera, succhiandogli la linfa vitale.
A proposito: un’altro splendido mito greco che parla d’amore è quello di Filemone e Bauci. Potresti basare un tuo post anche su quello 😉
Filemone e Bauci… grazie del suggerimento, vado a documentarmi 🙂
Premessa: Platone non mi sta particolarmente simpatico. Detto ciò, non che voglia contraddire l’autore dell’articolo di cui parli ma, per quanto Platone abbia influenzato per secoli e millenni la cultura del mondo occidentale, piuttosto il suo bel racconto metaforico dimostra che l’idea di “anima gemella” è preesistente e già consolidata. È il dilemma del “principe azzurro”, del “vissero per sempre felici e contenti”. Un ideale, appunto. Un sogno romantico. L’uomo aspira all’assoluto e ciò in tutti i campi: la felicità, la durata della vita, la capacità di forgiare il proprio destino… Tuttavia, gli assoluti sono come le stelle nel cielo: sono irraggiungibili fisicamente ma utili come punti di riferimento, per trovare la giusta direzione. I problemi sorgono quando ci dimentichiamo di questa distinzione: l’anima gemella diventa non più l’ideale, ma la meta che ci prefiggiamo. Allora tradiremo noi stessi e il partner, cercando di forgiare il nostro e il suo essere secondo i nostri desideri. Così si “muore di fame”, cioè non troviamo mai soddisfazione. Inevitabilmente, a un certo punto arriverà il risveglio e ci scopriremo al fianco di una persona che, in fondo, neanche conosciamo perché noi per primi l’abbiamo nascosta sotto una maschera.
Perfetto. Individualità dunque, e rispetto per l’altro e per il suo non essere ciò che noi pretendiamo che sia: anche questo è rispetto per noi stessi. Credo che spesso si impari un po’ in là con gli anni che tutto funziona meglio se non ci si affanna a trasformare l’altro in qualcuno che sta solo dentro la nostra testa e a limitare i suoi spazi in nome di nostre personali necessità che non necessariamente sono le sue. Meno frustrazioni per entrambi, più sano equilibrio, un rapporto che ha maggiori possibilità di funzionare e reggere nel tempo. Mi piace molto la tua ultima frase, Alessandro: ” Inevitabilmente, a un certo punto arriverà il risveglio e ci scopriremo al fianco di una persona che, in fondo, neanche conosciamo perché noi per primi l’abbiamo nascosta sotto una maschera. ”
Cercando l’anima gemella si è sempre se stessi e ci si ripete “se mi vogliono io sono così e non cambio per nessuno”… ma quando la trovi è così difficile essere se stessi, scattano meccanismi complicati, difficili da capire, niente di ragionabile!!
“L’amore è un dono di sé”… 😉
Siempre que se habla del amor y su búsqueda constante,pensamos automáticamente en el príncipe azul,la media naranja,la horma a su zapato o como mencionas aquí ” almas gemelas”; pero todo ésto es meramente platónico y maravilloso a la vez.Cuando las personas seamos capaces de reconocernos,aceptarnos,expresarnos,ilusionarnos,sentirnos equilibrados, no tendremos miedo a amar de manera ilimitada,incondicional con el temor al rechazo,o el temor a ser aceptados.
Cuando ésto ocurre de esta manera,no hay forma de morir de hambre, y mucho menos si nos a convirtiéramos en seres mitológicos como Filemón y Baucis, como menciona Alejandro . Yo particularmente conozco algunos amores unidos para siempre y convertidos en Roble y Tilo; y me pregunto :¿ a quién no le gustaría sentir un amor así aunque sea una vez en ésta vida ?
Anche io conosco persone unite da una vita intera, e so che non è stato facile per loro superare cadute e difficoltà, niente può andar liscio o essere perfetto per una intera vita, non è vero? Ma sono davvero poche e ne ammiro la forza e la volontà, perchè un rapporto a due richiede anche questo per funzionare e resistere alle intemperie. Il fatto che siano poche non deve farci perdere d’animo ma dimostrarci che esiste una possibilità concreta e loro chissà, magari possono raccontarci qual è il segreto, non è vero Graciela?
Si realmente es así,¿Cúal es el secreto?…., ¿quién sabe?,quizas todo funcione mientras buscamos sacar a la luz ese Misterioso secreto…….
En el transcurso de mi tarde de domingo otoñal ,yo he seguido pensando en éste misterioso secreto …..,quizás una de las puntas del ovillo las podemos encontrar en tu libro ¡ Susanna !, si, en tu libro “Lame ° Affini”,precisamente en mi cuento preferido desde la primera vez que yo lo leí <3 Senilitá <3; la pareja de ancianos que vive sus últimos días en ese geríatrico, ellos tienen grabadas en sus almas las claves que buscamos todos ,cada día de nuestras vidas……….. ¿Será ésto así?,¿cuál es tu pensamiento?………………………………………………………..