Si legge cercando sempre qualcosa: un momento di leggerezza, una grande emozione, distrazione, profondità, compagnia, divertimento o struggimento… Le motivazioni sono infinite e pochi giorni fa ne ho ricevute più di 100 sul gruppo fb “Un libro tira l’altro – ovvero il passaparola dei libri”, Ve ne erano davvero di bellissime, anche originali, e mi rendo conto che davanti a ogni libro che ci apprestiamo a conoscere, le risposte sul perché leggere cambiano.
Mi piacciono i libri che attanagliano lo stomaco, quelli che insinuano malinconia, quelli che provocano buchi neri, che scavano nel passato, quelli che sorprendono. Insomma, spazio dai thriller ai classici a seconda dell’umore o del desiderio del momento, e dunque anche la mia motivazione cambia repentinamente.
Ho appena terminato Un calcio in bocca fa miracoli di Marco Presta (Einaudi) e la sua scrittura mi ha folgorata! Apprezzo sempre tantissimo l’ironia intelligente, e quel tocco che fonde divertimento e profondità con una tale naturalezza da lasciarmi quasi invidiosa!
Ho apprezzato Marco Presta come autore della trasmissione radiofonica “Il ruggito del coniglio”, ma non lo conoscevo come scrittore e sono contenta di averlo scoperto attraverso la sua prima pubblicazione, così andrò a caccia delle altre con ordine!
In Un calcio in bocca fa miracoli, il suo protagonista scorbutico e irriverente, ha una intelligenza e lucidità non così rare negli anziani ma raro è chi le nota, troppo impegnato a credere che i “vecchi” non hanno più niente da dire. E, al di là di frasi divertenti, ciniche, buffe o inaspettate, ho trovato e riflessioni che vien voglia di copiare, di rubare…
“L’amore è un materiale deteriorabile, se non lo conservi attenendoti a certe regole poi devi buttare via tutto.“
E parole illuminanti…
“Mi sembra che la vita consista nell’abituarsi alle cose che detestiamo, più che nell’inseguire quelle che ci piacciono.“
Insomma, carissimo Marco Presta, non vedo l’ora di cibarmi di tutta la tua produzione letteraria e nel frattempo ti ringrazio per aver allietato la mia settimana e per avermi dimostrato che si può aver voglia di abbracciare anche un vecchio antipatico e brontolone (si può ancora dire vecchio?) perché sotto quella scorza c’è anche dell’altro, molto altro, come – spero – in tutti noi.
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