Susanna Trossero

scrittrice

Può la coincidenza chiamarsi “Destino”?

on 31 Ottobre 2012

Quante volte, un insieme di eventi che per qualche curiosa ragione si collegano fra loro, determina la nostra diffidenza o il nostro stupore affascinato? L’assurdità di certe coincidenze tipiche delle trame dei film o della letteratura, nella vita reale non trova spesso apertura mentale alla casualità bensì chiusura e barricate o fascinazione. Ma fino a che punto, una coincidenza può essere considerata tale? Abbiamo un libretto d’istruzioni in dotazione (Come capire le coincidenze; Creare una nuova realtà con le coincidenze; Le coincidenze possono esaudire i desideri?) o ce la dobbiamo cavare da soli mediando tra ingenuità ed eccessiva razionalità?

Wikipedia così ci illumina:

Per coincidenza (con, lat.; incidere, lat. : cadere insieme) si intende un fatto accidentale e casuale. Una coincidenza non è solo a congiunzione di un evento ad altri, ma deve avvenire in modo accidentale e inaspettato. Quando non avvengono le condizioni sovracitate l’evento è solo una singola entità.

E ancora:

Da un punto di vista statistico le coincidenze sono inevitabili e spesso meno casuali di quanto possano apparire intuitivamente. Un esempio è il problema del compleanno in cui la probabilità che due individui abbiano la stessa data di nascita raggiunge il 50% in un gruppo di sole 23 persone.

Ma si legge anche che alcuni scienziati ritengono che non sia il caso a gestire un accadimento particolare, ma che dietro si nasconda un meccanismo, che potrebbe essere logico. E qui siamo daccapo. Esistono o no, allora, le coincidenze? Come non trasformarsi – al loro cospetto  – in indagatori del nulla o all’opposto in sciocchi da manipolare? E perché conferiamo loro grandi significati, attribuendo addirittura a certe circostanze una volontà divina o del destino?

Ebbene, quando non consideriamo un insieme di eventi casuali “semplice coincidenza” è perché in noi suscitano qualcosa di differente, che va a toccare la sfera emotiva.

Sapete che questo tipo di situazione è stata studiata da Jung? Definendola “sincronicità” (un evento sincronistico è una coincidenza dotata di significato soggettivo per la persona a cui accade), ha dedotto che una coincidenza significativa ha tre caratteristiche: 1) i fatti che la caratterizzano sono collegati in modo acausale (senza rapporto causa-effetto); 2) essa è sempre accompagnata da un’intensa reazione emotiva soggettiva; 3) il contenuto dell’ esperienza ha sempre un carattere simbolico.

Certo è che la vita quotidiana ne è piena, e non è facile distinguere la casualità dalla volontà di taluni di spingere gli eventi affinché la situazione ne crei una fasulla, di casualità.

Perché queste complesse elucubrazioni senza via d’uscita, passeggiando sul pontile di un piccolo porto tra volti sconosciuti? Perché oggi qualcuno mi ha detto che le coincidenze forse non esistono, che le cose quando devono accadere accadono. Tutto qui. Fin troppo semplice, ma…

E se fosse davvero questa, la risposta?


12 Responses to “Può la coincidenza chiamarsi “Destino”?”

  1. Loriana Pitzalis ha detto:

    Sono gli Angeli del Cattolicesimo e dell’Islamismo puro, sono gli
    Shoten zenjin del Buddismo, sono le energie quantiche , forze fisiche esistenti
    e di cui non ci rendiamo conto, ma che esistono, come la forza di gravità.e se ne siamo consapevoli, ne percepiamo la presenza in ogni attimo della nostra vita.

    • Gianluca ha detto:

      sono arrivato a questa pagina web cercando su Google “coincidenze e destino”. Mi ha fatto piacere leggere il suo post ed i vari commenti.
      Da alcuni anni sono immerso in una storia particolare che – anche nei giorni scorsi – è piena di fatti particolari, di strane coincidenze che però destano davvero curiosità sul concetto di destino. Fondamentalmente nel 2014 inizio a cercare i miei genitori biologici e da li iniziano tutta una serie di fatti “da brividi”, mi sembra di essere immerso in un film che racconta di storie che si devono rincontrare e unire. Io e la mia madre biologica e addirittura Io e la famiglia del mio padre biologico.
      1. nello stesso momento (una domenica pomeriggio) in cui scrivo la lettera per la mia madre biologica, lei sta discutendo con il suo nuovo figlio sul perché io non la cercassi. Dopo 5 giorni lei riceve questa lettera che – notare – arriva a destinazione solo in una giornata
      2. Ultimo di questi “strani episodi” avvenuto proprio sabato scorso. Al termine delle ricerche vengo a sapere che ho anche una sorella, figlia di mio padre biologico. La contatto, lei non sa nulla e alla notizia reagisce con forte entusiasmo. Ma soprattutto lei realizza che lo stesso giorno in cui suo padre (mio padre biologico) moriva io iniziavo la mia ricerca delle origini.
      Anche quest’ultimo episodio mi ha lasciato senza parole.
      Di fronte a questi fatti (solo alcuni tra gli episodi accaduti in questi mesi) come reagire? c’è possibilità di dare una spiegazione?
      Sono curioso di sapere una vostra opinione o di ricevere indicazioni su approfondimenti vari che potrei fare.
      Un saluto
      Gianluca

      • susanna trossero ha detto:

        Carissimo Gianluca, perdona il ritardo con il quale rispondo, credevo di averlo fatto subito ma non mi ero resa conto che la pubblicazione non era andata a buon fine… Che dirti, noi possiamo anche approfondire, cercare spiegazioni nei testi di altri o in altrui testimonianze, ma il bello sta proprio nel fatto che una spiegazione a tutto non esiste! Godi di ciò che ti affascina, che crea circostanze attraenti o bizzarre, l’irrazionale fa parte del vivere, anche se a volte può risultare inquietante…

  2. Loriana Ptzalis ha detto:

     

    Le coincidenze esistono?

    Il destino si può cambiare?
    Provo a raccontarvi con la mia esperienza, quanto le coincidenze siano
    fondamentali enlla vita di ciascuno di noi.
    Il puntuale ‘editoriale’ di Susanna offre lo spunto per l’integrazione di punti
    fondamentali della sua argomentazione i merito alle coincidenze e al destino.

     Ciò che apparentemente sembra
    appannaggio delle religioni e di talune forme di nuova spiritualità, non sono
    altro che  perle di saggezza antica che la scienza sta rivalutando.

     Se si pensa soltanto alle scoperte
    sensazionali della fisica quantistica e agli studi sul pensiero come forma
    capace di essere ovunque, non facciamo fatica a capire che qualunque cosa noi
    facciamo è determinata dalle nostre credenze più profonde e che sono queste
    credenze a creare i blocchi che ci impediscono di progredire nell’acquisizione
    delle nostre consapevolezze.

    In questo, il buddismo è  molto vicino a Jung, che la Trossero cita per
    spiegare la sincronicità.

     Nulla accade per caso e la vita ci porta là
    dove noi sappiamo di poter affrontare le situazioni… se non le riusciamo ad
    affrontare soccombiamo ed avremo comunque imparato una lezione.

     Pratico il buddismo da 20 anni e tante sono le
    esperienze che mi hanno convinta sempre di più dell’importanza della nostra
    energia interiore, dei nostri pensieri che possono essere diretti verso ciò che
    ci fa star bene e di come tutte le circostanze della vita sono occasioni per
    migliorarci.

     Il buddismo mi ha insegnato a credere
    soprattutto in me stessa e a non spaventarmi mai!

     Ho perso i reni che avevo 30 anni e per 5 anni
    sono stata in cura finchè non ce l’ho fatta più e sono entrata in dialisi.

     Nel frattempo mio marito molla me ‘malata’ e
    con figlio di 7 anni… che fare? Disperazione totale.

     Mi aggrappo a tutto, leggo i Veda, il Tao,
    Confucio e..JUNG che mi cattura, mi cattura in quel suo libro sull’Oriente in
    cui parla dei 10 stati dell’essere.

      In quel
    periodo –casualmente?- cerco una mia vecchia amica, non la sento d oltre15 anni
    ; è  per me  un modo per ricostruirmi, visto che non ne
    voglio sapere delle amicizie comuni col mio ex.

     Sarà un caso, una coincidenza o il destino, ma
    lei pratica il buddismo da otto anni e, percependo la mia fatica, me ne parla… mi
    invita a provare… mi mette in contatto con 
    altri buddisti della mia città  e…
    -casualmente?- entro in contatto con la moglie del nefrologo che mi ha in cura
    da 9 anni!

    Mi affido a questa pratica insolita, mi sento un po’ pazza,
    io che ho chiuso con la ‘spiritualità’ da quando avevo 16 anni, ma sono alla
    frutta, ci provo!  M      i invitano a fare daimoku, cioè recitare
    Nam Myo Ho Renge

    Kyo per 15 giorni, se non funzionerà, lascerò perdere. Ci provo, e
    più recito questo strano mantra, più sto bene, mi sento leggera.  Mi dicono che devo liberare la mente, crederci,
    pensare positivo  ed io mi sforzo, cìò
    che desidero è liberarmi dalla malattia, un rene, un trapianto.

     Questo è i mio pensiero
    costante, finchè inizio, mentre mi concentro nel mio mantra, a visualizzare un
    rene che si ricompone, come un puzzle multicolore tutti i tasselli che lo
    compongono si ‘aggiustano’.

    Quello stesso giorno, dopo molta concentrazione e daimoku, vado da
    amici… un caso? Mio figlo è con la zia, una vacanza di 4 giorni ed io sono
    sola, poi capirete… cercano di convincermi ad andare a Firenze, io sono a Modena,
    ma una vocina mi dice di tornare a casa.

      Quella stessa sera,  un caso? Il mio ex marito mi chiede l’auto in
    prestito, verrà a prenderla a mezzanotte… rientro a casa e, atro caso?  Coincidenza? Lo incontro lungo il viale di
    rientro  che inforca la sua bici…lo fermo
    e gli chiedo di seguirmi così si prenderà direttamente la macchina.

    Arrivata sotto casa, un biglietto attaccato con lo scotch al
    campanello, mi richiama alla realtà, il caso non esiste, tutto si compie come
    la vita vuole che sia, nel bene e nel male.

    Il foglietto mi chiede di chiamare subito l’ospedale…capisco immediatamente…c’è
    un rene!

    Il resto è trepidazione, morale alle stelle, gratitudine, pena  per chi non c’è più ed è stata capace di un
    dono così grande, ma soprattutto consapevolezza 
    di avere dentro di noi la capacità di trasformare gli eventi e di capire
    che se arrivano gli ostacoli  è perché la
    vita ci sta insegnando qualcosa.

                                                                                         

    Confronto la mia esperienza con quella di tante persone che conducono
    ricerche nel campo della spiritualità, mi avvicino ai Micheliani, scruto la
    saggezza degli indiani Dakota, dei Toltechi e dei più illuminati Sufi, ovunque
    ci sono insegnamenti  simili. Le coincidenze
    altro non sono che gli aiuti che ci vengono dalle forze positive dell’universo,
    energie che noi siamo in grado di attrarre grazie alla nostra positività.

    Sono gli Angeli del Cattolicesimo e dell’Islamismo puro, sono gli
    Shoten Zenjin del Buddismo, sono le energie quantiche , forze fisiche esistenti
    e di cui non ci rendiamo conto, ma che esistono, come la forza d gravità e se
    ne siamo consapevoli ne percepiamo la presenza in ogni attimo della nostra
    vita.

     

    • Susanna Trossero ha detto:

      Grazie Loriana per averci aperto la porta del tuo vissuto condividendolo con noi… Di certo sei un esempio di forza, e credo che tu ne possieda tanta in te stessa, ma mi capita spesso di sentire chi si è avvicinato al buddismo raccontare della grande forza interiore che questa filosofia di vita, questa scelta spirituale, scova, alimenta, moltiplica in noi…
      Di una cosa sono sempre stata certa: la positività crea positività.

  3. Giovanni ha detto:

    Ma le coincidenze sono la stessa cosa di destino?
    Perché a parere mio una coincidenza è una piccola parte di destino perché una coincidenza accade per caso e il caso è destino quindi di conseguenza …
    Se qualcuno riuscisse a spiegarmelo in parole povere gliene sarei grato

    • susanna ha detto:

      Bella domanda, Giovanni, e interessante riflessione, la tua. Non ho una risposta, poichè io la domanda me la ponevo nel post, e forse una sola risposta non c’è… C’è piuttosto un’idea ricca di sfumature, forse. O ancora, c’è il destino per chi nel destino crede, c’è la semplice casualità per i razionali, c’è un insieme delle due cose per chi nessuna teoria rifiuta… Chissà.

  4. andreina ha detto:

    ho visto solo ora questo sito, lo trovo interessante, anche perché a me è capitato che accadessero fatti non spinti da me, apparentemente assolutamente casuali, specie relativi ad una persona. Sarà il destino o che altro?

    • susanna ha detto:

      A volte, il fascino della vita sta proprio nel non avere una risposta per ogni domanda… ciò spesso alimenta le più fantasiose e irrazionali supposizioni… Grazie per essere passata di qui, spero mi leggerai ancora!

  5. Marta ha detto:

    Sono capitata qui per caso…o forse no… Sono le due del mattino e ho ancora il sorriso ebete addosso… Dopo una lunga e brutta settimana sento la necessità di essere felice e penso all’unica persona che mi fa sentire così (anche se lui non lo sa…). Lo penso a tal punto che per due giorni di fila lo trovo “per caso”… Un giorno nel suo posto di lavoro ad un orario in cui solitamente non c’è e il giorno successivo in un ristorante… risultato? Mi rende felice, serena, appagata, un semplice saluto, due baci sulle guance, un “buona serata” … Dette da lui … Sono il top. Coincidenza? Destino? Non lo so…

    • susanna trossero ha detto:

      Ciao Marta, in ciò che hai scritto ho sentito l’emozione, quelle segrete farfalle nello stomaco che si cibano di uno sguardo o di un saluto, rivestendolo con l’abito della festa. Ecco, a volte, il “caso” ci fa vedere tutto a colori ed è bellissimo, altre ci inquieta, in altre ancora cerchiamo un senso che forse non c’è. Trovo molto bello che ci sia ancora qualcuno capace di gioire per una sfumatura, torna a trovarmi, ci conto!

  6. Antonello Casale ha detto:

    Ciao a tutti sono capitato anche io per caso e ho letto tutti i vostri commenti….e mi sento in dovere di farvi Sapere il mio pensiero.
    Il destino è ovvio, è il fatto compiuto la coincidenza è da valutare se lo è, ma una cosa certa, il dono più grande che ci ha lasciato l’onnipotente creatore dell’universo è la bibbia ..non è un romanzo .. è il navigatore di vita dell’essere umano …. Che nessuno legge e studia… e la cosa incredibile che è predestinata …. riporta il passato il presente e il futuro dell’essere umano… Il proposito dell’Onnipotente in un libro… Un abbraccio a tutti voi fratelli …

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