La Sfattoria degli Ultimi è un rifugio per animali a nord di Roma che accoglie 140 tra maiali e cinghiali salvati dagli allevamenti clandestini o recuperati da ambienti urbani, sottratti a maltrattamenti o a situazioni di grave disagio. Si tratta di animali sani, ben curati e accuditi, amati da tutti coloro che se ne occupano non a scopo di lucro, tuttavia la struttura sorge all’interno di un territorio che è stato dichiarato zona rossa per l’epidemia di peste suina. Ciò ha decretato la decisione – al momento contrastata e bloccata – da parte della Asl di Roma di abbattere i suddetti animali sebbene sia dimostrabile e dimostrato che nessuno di questi esemplari è malato e, ancor di più, nonostante tutto ciò che stanno facendo volontari e operatori perché questo non accada.
Ci sono stata, alla Sfattoria, ed è evidente quanto con fatti concreti si stiano tutelando gli ospiti del rifugio. Per poter entrare all’interno del recinto in cui i visitatori vengono accolti, dunque addirittura prima ancora di andare al parcheggio, comincia la modalità protetta: l’auto passa sopra una pozza contenente disinfettante per le gomme, affinché non si porti da fuori il virus. Non ho visto gli animali naturalmente, ben distanti dal luogo di accoglienza e protetti da qualunque contatto con i visitatori, e chi si apprestava a portar loro il pasto (solo pochi addetti possono farlo) doveva indossare dei copri scarpe e adeguarsi alle norme di biosicurezza stabilite dallo stesso Ministero della Salute.
Il 12 settembre, sapremo qualcosa di più sulle intenzioni della Asl, dopo proteste, interventi di associazioni e media, dopo la fatica e le energie spese da tanti e da tutti coloro che si sono uniti alla Sfattoria in una protesta pacifica presidiandola.
Secondo la legge, benché nessuno di questi animali sia destinato al macello e possano essere considerati animali d’affezione, da compagnia, devono essere soppressi. Punto. Anche perché è “stato deciso” che non si possono tenere più di due suidi d’affezione (i suidi comprendono maiali e cinghiali).
Non so che cosa verrà stabilito il 12 settembre, oramai fin troppo vicino, ma sono disgustata: mancano leggi che tutelino santuari e ospiti, deroghe efficaci a quelle esistenti, manca buon senso, ma si trova in abbondanza ottusità e incapacità di affrancare il cervello dalle regole ferree per ragionare sulle circostanze e situazioni, che non sono tutte uguali e vanno attentamente valutate nonché tutelate. Ma, purtroppo, comprendo che si tratta “soltanto” di animali, e spremersi le meningi o studiare soluzioni comporta la perdita di tempo o energie.
Spero tuttavia che qualcosa di buono succeda, a farmi sentire una persona piena di preconcetti e pronta a mal giudicare. Mai avere torto potrebbe rendermi più felice.