La settimana è finita, ma è trascorsa così velocemente che non so bene se tutto il vissuto di questi pochi ultimi giorni è stato da me soltanto sognato! Forse no, esistono le prove concrete delle belle ore passate in buona compagnia: sono stata ancora una volta ospite di TV2000 a parlare di scrittura, di passioni artistiche, di lettere spedite o ricevute, di amici di penna e di incontri argentini (qui un piccolo estratto della trasmissione), ma sono stata invitata anche a Rete Oro News a parlare del romanzo Adele, in compagnia del coautore Francesco Tassiello e anche qui l’ospitalità è stata deliziosa! Se lo desiderate potete vedere la replica della trasmissione lunedì 22 aprile intorno alle 14 al canale 210 del digitale terrestre.
Si è parlato e sempre si parla – quando si tratta di Adele – di una eventuale ricetta per aiutare la coppia a resistere nel tempo ma anche il nostro amico picosessuologo dottor Tassiello tende a rispondere che la ricetta sta in noi, nella nostra volontà, nei nostri veri e più reconditi desideri, nella nostra capacità di trovare nell’altro qualcosa che ancora ci affascina o ci sorprende. Non è facile, è così? Forse non aiuta lo scavare ed elucubrare delle donne, l’indolenza degli uomini in materia di introspezione, il desiderio di entrambi i sessi di riscoprire le magie dell’innamoramento e di sentirsi vivi… Inoltre, vero è che un faticoso quotidiano non aiuta a rinnovare il piacere delle piccole cose, con le grandi che incombono su tutto e senza elargire piacere alcuno!
Io sto provando ad affrontare necessità del tutto femminili, in un nuovo romanzo che ho intitolato “Soltanto una donna” e che è ancora in fase di revisione (chiamarla operazione di stravolgimento è più appropriato); non so quale sarà la sua sorte ma so che scriverlo – come sempre – è stato per me puro piacere, con la penna che scorre sul foglio e le parole trasferite poi al computer. Sì, la penna mi è necessaria quando un’idea in me si fa strada e il desiderio di svilupparla si trasforma in necessità impellente…
“Pensieri che non sai dove e quando hanno cominciato a formularsi dentro di te, ma che come l’edera hanno preso a insinuarsi ovunque fino a fare di te il loro muro. E dai loro voce quando oramai è tardi, perché sei già tutt’uno con il rampicante devastatore. L’edera è forse un esempio poco calzante, con il suo minuto fogliame, il suo scopo decorativo… No, è un’erbaccia quella che si insinua tra le crepe, una pianta infestante che deposita il seme del dubbio nelle zone più ombrose della mia anima, facendo percepire come sporco il luogo in cui cresce. Una malerba che mi sussurra sadica “Rimarrai sola.” e gode di un’umidità costante: le mie lacrime.
Perché sola? E se sola fosse bello?”
Se lo domanda la protagonista del mio nuovo romanzo, se lo domanda Adele. C’è stato un tempo in cui anche io me lo sono domandata, ma era un tempo meno fortunato di questo mio ricco presente nel quale la solitudine è bandita. E voi, ve lo domandate voi?