Che cosa pensate, degli audiolibri?
Pare siano nati negli anni ’30, al tempo venivano registrati su dischi in vinile ma ho letto che già nel 1877 con l’invenzione del fonografo, Edison stesse pensando a qualcosa di simile per i non vedenti. E se è vero che con internet gli audiolibri sono diventati parte del nostro quotidiano, in fondo è altrettanto vero che non ci siamo inventati niente di nuovo: erano audiolibri anche quelli che si ascoltavano alla sera, secoli dopo secoli, da bambini, prima di dormire… Certo, letti da voci familiari e amate, ma ascoltati con curiosità e trepidazione anche quando se ne conosceva quasi a memoria ogni singola riga!
Ho un’amica cara che per molto tempo li ha ascoltati alla radio, in auto, in quell’ora o poco più di tragitto per andare al lavoro. Un modo piacevole per ignorare traffico e semafori, pensieri o noie quotidiane, destinazione o quant’altro di non rilassante facesse capolino. A pensarci bene, non le ho mai domandato se le capita ancora – adesso che al lavoro non ci va più – di ascoltare quelle storie lette e interpretate da belle voci.
Ma attenzione: anche la storia più bella, se letta da una voce che non ci piace, perde tantissimo. Gli esperti consigliano di ascoltare prima un breve estratto per esser certi che ci lasceremo catturare senza difficoltà o distrazioni.
Oggi vi voglio regalare io una storia, ed è proprio quella che affianca il mio Tutti gli Alfredo del mondo nel libricino appena pubblicato dal titolo Un altro Natale, Graphe.it.
Si tratta di un racconto Ferdinando Paolieri, l’ultimo cantore della Maremma, si intitola Il Natale di Granfialunga e ci porta nel bosco, tra volpi affamate e umani dalla dispensa piena. Questo è il nostro piccolo regalo datato 1927, spero lo apprezzerete.
Buon ascolto!
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