Martedì 4 ottobre: tutto appare così diverso, stamattina… C’è ancora un gran da fare eppure i nostri sguardi che si agganciano tra loro raccontano già di nostalgia. Quando la bellezza, la Meraviglia, ti sfiora e crea tante nuove connessioni, non è facile lasciarla andare. Ma, nel frattempo, godiamo ancora di belle ore ricche e stimolanti. Cominciamo subito con qualcosa che mi ha riempita di gioia: la Masterclass da me tenuta per i ragazzi dell’IPIA G.Ferraris di Iglesias: I sensi nella scrittura. L’accoglienza delle insegnanti, della dirigente scolastica, e la curiosità vivace dei ragazzi, mi hanno spinta un po’ oltre una normale lezione sull’importanza del far parlare un testo, del mostrare piuttosto che raccontare, o dell’utilizzo dei 5 sensi nella letteratura. Un esercizio di scrittura nato quasi per gioco ha invece cambiato le sorti della mattinata e della mia presenza là, trasformandosi per alcuni in valvola di sfogo… La scrittura come terapia, l’importanza delle lettere simboliche, il “mai detto” che attraverso la scrittura trova una via per emergere. Mi sono emozionata, ascoltando i testi più profondi, ho riso quando i più buffi sono stati letti, ho osservato l’allegria ricordando io stessa i tempi della scuola, ma notato anche ferite che faticano a rimarginarsi, timidezze, novelli scrittori ancora privi di vanità letterarie.
In questa VII edizione della Fiera del Libro, sono rimasta colpita dai ragazzi, da tutto ciò che hanno fatto e che fanno grazie anche a una scuola vivace, che sa stare al passo con i tempi pur senza dimenticare l’importanza del passato e il suo ruolo educativo. Se la risposta dei ragazzi è quella che ho potuto ammirare in questi sei giorni, significa che gli insegnanti hanno saputo conquistare la loro fiducia, guadagnandosi proprio la giusta risposta a un mestiere che si fa ogni giorno più faticoso. Ma faticoso è anche quello dello studente, il quale deve necessariamente imbrigliare la naturale esuberanza dell’età a favore della crescita personale, della conoscenza, di quell’aprirsi al mondo che viene dalla cultura.
Sono onorata di aver respirato questa sinergia e avevo promesso loro – ai ragazzi e agli insegnanti – che ne avrei parlato, perché non ci si può soltanto soffermare su ciò che non funziona: è attraverso la divulgazione di quello che funziona, invece, che possiamo migliorare le cose. E allora, ai ragazzi dell’IPIA, a coloro che hanno esposto le loro idee al Teatro Electra, a quelli coinvolti nel LAB di Latino Lupus in Fabula, a voi che avete ascoltato la Lectio Di Fioretto, a voi presenti agli incontri e alle tante Masterclass e a tutti voi delle scuole coinvolte nel progetto Argonautilus, voglio chiedere il vero applauso, non quello che mi avete regalato in classe bensì uno ancora più imponente e corale diretto a voi stessi, perché – credetemi – ne meritate uno grosso così!
La parola di oggi è salvezza. E per spiegarvene la ragione, tradurrò la parola con una frase di Fabrizio Caramagna: “Il medico salva le vite, l’insegnante salva le menti”. Vi porto nel cuore,
Susanna
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