Susanna Trossero

scrittrice

Scrivere per Amore

scrivere per amore

Quando si partecipa a un laboratorio di scrittura, il vero motivo che ci spinge è la ricerca di qualcosa; l’alunno sincero è colui che vuole attingere e migliorarsi, ma in quelle aule spesso vi si incontra ego, vanità, incapacità di guardare ai propri limiti, rifiuto del giudizio, egocentrismo. Senza la volontà di migliorarsi e accompagnati dalla fretta di vedere il proprio nome sulla copertina di un libro, non si può diventare dei veri scrittori né si può pretendere di arrivare allo stomaco del lettore, laddove risiedono le emozioni più coinvolgenti. Nei miei seminari e laboratori, ho visto autentico desiderio di dar voce a quel qualcosa che viene da dentro e ti spinge verso la scrittura, e sono queste le persone che domani potrebbero dar vita a buoni testi. La passione le anima, l’umiltà di farsi correggere è di casa, e il coraggio di mettersi in gioco le aiuta a superare pudore o disagio.

La passione per un’arte ci apre la mente e ci fa incontrare altre anime simili alla nostra, dovrebbe regalare maggiore sensibilità e indurci ad aprirci ad altrui esperienze. La penna di altri, parlando di scrittura, tanto può insegnare o arricchire, oppure – in casi più fortunati – può farci sentire bravi e migliori di ciò che pensavamo.

In questo periodo, ho avuto la fortuna di conoscere o approfondire autori fantastici attraverso i loro romanzi, che finisco sempre per personalizzare e maltrattare con sottolineature, appunti a piè pagina, orecchiette; ma più un libro ha l’aria vissuta, più per te è contato qualcosa. Alcune delle mie “vittime” di questo periodo, sono state Michele Marziani, Taiye Selasi, Mario Vargas Llosa, Agota Kristof, Jhumpa Lahiri

Al laboratorio di scrittura della Rai invece, a cui ho partecipato con autentico entusiasmo per quasi quattro mesi, ho avuto il piacere di conoscere personalmente l’anziano scrittore e linguista Francesco Sabatini, vero maestro della lingua e curatore del Vocabolario della Crusca. La sua passione per la parola scritta, è stata subito evidente nella chiacchierata sulla punteggiatura, respiro e vita di un testo, e ho apprezzato la sua considerazione “Si scrive per creare dei buchi che il ricevente riempie. Per creare un dibattito interiore con il lettore”. Mi è piaciuto osservare il suo interagire con noi, mentre parlava tenendo sveglia l’attenzione con varietà di toni, con semplicità, ma anche con l’abilità di chi è padrone della materia. Signore garbato, ottimo maestro, buon oratore; la distrazione, in aula, non era proprio ipotizzabile.

La scrittura va amata, coltivata, curata e coccolata; predisponiamoci ad ascoltare, a condividere, a imparare: questo non ci danneggerà, alla faccia del nostro ego smisurato, ma ci indicherà la strada giusta per lasciare il segno.

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