Susanna Trossero

scrittrice

Aforismi

Il tempo e i ricordì

C’è sempre un tempo da cui provieni e uno in cui vai. L’orizzonte li mescola, inarrivabile.

Ci sono giorni che sono storie e che non basta una vita per raccontarli. Giorni la cui lunghezza non ha alcuna rilevanza, ma dalla profondità terrificante.

Benedetto, il tormento del ricordo. Il tormento del tempo che passa. Solo chi ricorda, ha vissuto.

I calendari segnano lo scorrere del tempo, ma è ciò che vi viene appuntato a raccontarne l’inesorabile precipitare.

La memoria trascura gli aspetti marginali del vivere, dimentica tasselli, necessita di manutenzione, ma le mutilazioni no, non le scorda mai.

É una stanza, l’abbraccio, la cui porta resta aperta ma tu vuoi restar là perchè il tempo si ferma, e lascia fuori tutto ciò che in quell’attimo non serve.

Giornata che non passa, tempo che non scorre, nuvole faticano a lasciarsi trasportare dal vento, con i pensieri che a loro si agganciano e con loro si disperdono.

Ogni minuto costruisce un ricordo, ogni granello è un respiro o un’idea.

L’oggi è un forziere spalancato che trabocca di possibilità, moneta sonante in attesa d’essere spesa.

Soltanto chi ha superato mezzo secolo, può dire d’essere sopravvissuto alla vita.

Nel tempo mi evolvo, imparo, assimilo e mai mi pento, mentre detriti da sisma mentali si sommano.

È così lontano e inconsistente il giorno dopo, che promettergli qualcosa è soltanto mentire.

Una vita fa. Non è un tempo a cui vorrei tornare, ma è un tempo che non lascerà il mio cuore.

Ogni cosa dovrebbe accadere nel giusto momento, per essere essa stessa quella giusta

L’Amore

Si ama o si odia, tra le mille variabili delle altrui decisioni e con tutti i sensi allertati.

Amare qualcuno significa prevedere le sue mosse, intuire i suoi desideri, fiutare il pericolo prima ancora che egli stesso se ne avveda.

Ti amo, è forse solo una parola? Sì se la si colloca in quella effimera condizione d’ogni prima volta, che è sogno, volo, rugiada sul cuore che arde incosciente.

Il tornare è un surrogato del restare, ed è il saper restare ciò che importa poiché si resta per Amore, ma se si torna è solo per necessità.

Grande debolezza umana, l’amore. Fatuità passeggera che la fragilità trasforma in elemento costante.

Soltanto un eletto che tanto amore ha ricevuto, conserva intatto altrettanto amore in sé.

Non è patetico amare, ma ci si sente patetici quando è qualcun altro a smettere di amarci. Un tradimento senza eguali.

Non avere coscienza di ciò che ad altri per istinto si dona è la vera magia dell’amore.

Inoltrandosi in un terreno minato, si disinnescano gli ordigni più temuti. O si salta in aria.

È finita la festa. Piove sempre, quando la festa finisce, eppure l’acqua ci coglie impreparati, senza un ombrello.

Genitori e figli

Sono le madri a educarci all’arte della sopravvivenza.

Facile tradire un padre… basta innamorarsi. Basta cambiare eroe, compagno di giochi, guardare con occhi adoranti qualcuno che non sia lui. Per noi è il volo, per loro la caduta.

Le madri diventano persone quando i figli perdono l’arroganza della gioventù.

Uomini e donne

I segreti delle donne sono insopportabili ferite che cicatrizzano solo in apparenza.

Quando le donne imbiancano è bene che ridiventino madri, o mai potranno sopravvivere alla maschile adolescenza della terza età.

Scrittura e parole

È uno specchio, la scrittura, e non sempre rimanda l’immagine che più ci fa star meglio.

Io scrivo. E in questo intimo e profondo raccontare a un interlocutore sconosciuto cresco, regredisco e poi ancora cresco.

Scrivere è un viaggio: non importa la meta, importa ciò che provi mentre lo fai e chi incontri lungo la strada.

Sono le parole a rompere gli equilibri, e sono quelle non dette a preservarli.

Scrivere non è per chi galleggia indolente sull’acqua senza porsi domande: è per chi trattiene il fiato per raggiungere il fondo, a scoprire che cosa si nasconde tra la sabbia o le rocce sommerse.

Ci vuole coraggio, a scrivere. Coraggio ad andare fino in fondo, a sporcarsi le mani.

Scrivere non è soltanto vedere il proprio nome stampato su di un libro. È anche provare a stamparlo sul cuore di chi ci incontra, sperando non si dimentichi più di noi.

Vendetta o perdono

La vendetta è una tra le più naturali tentazioni.

Un uomo sa perdonare, una donna odia.

La vendetta è dei puri, di chi ha la coscienza a posto.

Un perdente non può non imparare l’arte della comprensione, un peccatore non può non mostrare quella del perdono.

Si fa del male cercando di alleviare altro male.

Il perdono è una forma di disprezzo che consente di mostrarsi superiori.

Libertà

Non siamo mai liberi di essere o di fare: ogni azione, prima ancora di essere compiuta, risente del peso delle conseguenze.

La paura di sbagliare ti guida verso la sottomissione.

Promesse e naufragi

Il mondo scrive nomi sulla riva, li unisce a suo piacimento in un “per sempre” aleatorio. La risacca, della natura o del cuore, li divide o li cancella mutevole d’umore e d’intenzioni.

La promessa non è pegno né impegno, ma speranza che rema contro ogni coerenza.

Mi annullo davanti al mare. Il mare che lenisce, avvolge, trasporta. Che incanta. Che spinge a naufragare o invita a non lasciare la riva.

Le cose semplici non tradiscono, non sanno ingannare, deludere, illudere.

Sussurri e segreti, stanno in ogni conchiglia. Perchè ogni conchiglia è cassa di risonanza di un ricordo, una nostalgia, un intimo ritaglio della memoria.

Ci si perde sempre in qualcosa. In qualcosa o in qualcuno. E qualcosa si perde.

Difficilmente tracciabile, la mia idea di felicità: a volte la conquisto con niente, a volte con niente la perdo.

Spesso, il silenzio può molto più di una promessa.

E di “vorrei” è piena la via, tanti ne celano le finestre chiuse, le auto nascoste, le borsette delle signore, le voci lontane.

Se qualcuno sta per abbandonarti al tuo destino, lo fa con gentilezza.

Il sonno è di conforto solo a chi desidera ciò che già possiede.

Quanto può rendere infelici, la felicità.

Mesi e stagioni

D’autunno, le conchiglie hanno ancor più da raccontare alle nostre anime inquiete…

Settembre, mese di canzoni per gli innamorati che si dividono, incontratisi per caso ed entrati a far parte del sogno che diverrà struggimento con le prime piogge, mentre le giornate si accorciano.

I giorni dell’albero spoglio. Quelli in cui vedi le cose come stanno e la primavera è lontana.

Ottobre, un mese in cui ancora tutto è possibile, che regala i giorni dell’adattamento a ciò che verrà: c’è sempre attesa nell’aria.

Autunno, stagione bugiarda che rende tutti poeti.

In questa umanità che arranca, temo l’influsso negativo, la perdita di quella primavera che mio padre, da bambina, mi educò a riconoscere in ogni stagione.

Una stagione scorretta, l’autunno, che striando di vaga mestizia distese di pigne allunga le ombre di un ricordo.

Vizi e virtù

Le convenzioni sono metadone per gli ipocriti

Veloci mutamenti d’idea e di intenti che chiamiamo colpe per comodità e che ad altri sempre attribuiamo.

La dispensa piena la si ignora senza fame, ma diviene il paradiso degli ingordi non appena lo stomaco si svuota.

La presunzione quantifica l’ignoranza.

C’è un momento in cui il brutto voto è tappa obbligatoria, ma ve n’è un altro in cui è fallimento.

L’unicità non è una prigione da cui evadere per uniformarsi: prigione è appartenere eternamente a un gregge.

Il potere di persuasione e il timore del giudizio: eterni bavagli per la volontà.

La semplicità non ha bisogno di lauti pasti ma di commensali amati.

La solitudine è una finestra spalancata sulla nostra essenza: siamo anche ciò che ci è sgradito.

Di che cosa si ciba lo scaltro, se non dell’ingenuo che suo malgrado lo facilita.

Libri

Un libro cambia le regole, e permette a due amiche del cuore di regalarsi a vicenda momenti di sconforto senza sensi di colpa.

A volte un libro risveglia qualcosa che avremmo preferito continuasse a dormire.

Attenti, ai libri… Sono come le persone: una trappola, una tentazione.

Un lettore non è mai solo spettatore: a ogni incontro e in ogni luogo, lui scrive il suo libro mentre io gli racconto il mio.

Istinto e ragione

Che ci piaccia o no, la ragione ci guida sempre un attimo in ritardo.

Non è così difficile da incontrare, l’istinto molesto: ve n’è sempre uno pronto in ogni occasione, e più tenti di allontanarlo più lui ramifica, prolifera, mette radici nel profondo e là si installa facendosi beffe della ragione.

L’infanzia

Ritornare bambini perchè ogni singolo giorno sia un pacco da scartare e mai più sia da incartare il suo contenuto.

Il viaggio

Che cosa è il viaggio, se non tutto ciò che precede l’arrivo.