Susanna Trossero

scrittrice

Io albero, tu terra…

Io albero, tu terra...

9 febbraio 2017, metà della mia vita trascorsa senza te.

Chissà se un giorno ci rivedremo…

Chissà se ci sarà un’altra vita, per noi due, dove amarci e completarci così come è accaduto in questa, per te troppo breve. Un’altra nella quale poterti raccontare quanto è stato grande il mio Amore per te. Una seconda occasione concessaci per far qualcosa l’uno per l’altro, anche se non più come padre e figlia.

Tu albero io pioggia, tu fratello io sorella, tu figlio io madre.

Io fiore tu terra, io stella che brilla grazie a te cielo.

Io la tua salute, o io il medico che asporta il tuo terribile male, ma questa volta salvandoti la vita, papà…

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I giorni dell’albero spoglio

I giorni dell'albero spoglio

Ci sono giorni e giorni.

Indipendentemente dalle stagioni, ci sono giorni in cui vedi solo l’albero spoglio, malinconico, che tende i suoi rami nudi e nodosi verso il cielo o verso chi lo guarda. Paiono invocare aiuto, domandare abbracci, quei rami, e tutt’attorno è il colore del silenzio. C’è una sottile magia, la fotografi per fermarla ma questa ti sfugge e la foto diviene soltanto una foto. I giorni dell’albero spoglio, così voglio chiamarli, sono quelli in cui vedi l’uomo per ciò che è, e te ne rammarichi perché comprendi che Fernando Pessoa, nelle sue lucide riflessioni, aveva ragione a dire che…

Il mondo è di chi non sente. La condizione essenziale per essere un uomo pratico è l’assenza di sensibilità. La qualità principale nella vita pratica è quella qualità che porta all’azione, cioè la volontà. Ma ci sono due cose che ostacolano l’azione: la sensibilità e il pensiero analitico, che in fondo non è altro che il pensiero unito alla sensibilità. Ogni azione è, per sua natura, la proiezione della personalità sul mondo esterno e, siccome il mondo esterno è in gran parte composto soprattutto da esseri umani, ne consegue che la proiezione della personalità consista essenzialmente nel mettersi di traverso sulla strada degli altri, nell’ostacolare, ferire e schiacciare gli altri, a seconda del nostro modo di agire. Per agire, quindi, è necessario non immaginarci facilmente le personalità degli altri, i loro dolori, le loro allegrie. Chi prova moti di simpatia, si ferma. L’uomo d’azione considera il mondo esterno composto esclusivamente di materia inerte – o inerte in se stessa – come un sasso su cui passa o che toglie dalla strada; oppure inerte come un essere umano che, non potendogli opporre resistenza, può essere indifferentemente un uomo o un sasso, dato che, come il sasso, o è stato tolto o è stato calpestato.”

I giorni dell’albero spoglio. Quelli in cui vedi le cose come stanno e la primavera è lontana. Nondimeno, per non essere sasso da calpestare, materia inanimata, bensì albero che ha in sé la vita e la forza anche quando è spoglio, devi andare controcorrente. Ed essere quell’uomo che sa quando fermarsi seppur restando uomo d’azione. Si può fare, io ci credo. E so di non essere sola in questo.

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