Susanna Trossero

scrittrice

L’eros: una lama o una carezza?

lame e affini copertinaIn occasione della pubblicazione della mia raccolta di racconti intitolata Lame & affini (Graphe.it – anno 2008), in più interviste mi fu domandato cosa fosse per me l’eros. Il filo conduttore della raccolta era, in effetti, il tormento delle attrazioni scomode, la ragione che arriva sempre un attimo in ritardo, il subdolo erotismo che danza ammaliatore anche tra le piccole cose quotidiane, e ci porta per mano là dove l’attrazione – verso persone o situazioni – ha la meglio su tutto. Posso dire con grande gioia che – benché siano passati ben cinque anni dalla sua pubblicazione – il libro ancora viene acquistato e apprezzato da voi lettori, segno evidente che l’argomento non lascia indifferenti.

Ma che cos’è, in definitiva, l’eros?

Al di là delle modifiche che il concetto di Eros ha subìto da quello greco ad oggi, io ne possiedo uno mio del tutto personale, secondo il quale l’eros siamo noi, è il nostro personale e profondo modo di guardare e di sentire, è la nostra immaginazione che amplifica o rifiuta messaggi altrui, è la fantasia. E, per fortuna, non è strettamente legato a severi e fuorvianti canoni estetici, né a schemi superficiali. È qualcosa di così meravigliosamente astratto e soggettivo, di così legato alle nostre personali percezioni, che trovo limitante cercare una sola parola per definirlo. Spesso scaturisce da una mescolanza di sensazioni, di passato da cui attingere o di presente tutto da vivere, per cui trovi l’eros nella forza di un ricordo o di una immagine del presente che niente ha di esplicito… basta una impercettibile sfumatura a trasformare il niente in qualcosa di accattivante. Credo che  tragga la sua forza proprio dal fatto che va a stimolare l’immaginazione attraverso un qualcosa di vago a cui è la mente a dar voce e connotati…

Sì, ne sono convinta: l’eros siamo noi e, astratto o no, questo venticello irriverente può trasformarsi con la stessa facilità in una fortuna o in una condanna.

Lo sanno bene i protagonisti del mio “Lame e affini” e lo sanno coloro che in privato mi scrivono raccontandomi le impressioni ricavate dai singoli racconti della raccolta. Ma voi, voi che state adesso leggendo questo mio post, che pensate di questo “venticello”  in grado di travolgerci come uno Tsunami?

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