Susanna Trossero

scrittrice

L’eros: una lama o una carezza?

on 6 Aprile 2013

lame e affini copertinaIn occasione della pubblicazione della mia raccolta di racconti intitolata Lame & affini (Graphe.it – anno 2008), in più interviste mi fu domandato cosa fosse per me l’eros. Il filo conduttore della raccolta era, in effetti, il tormento delle attrazioni scomode, la ragione che arriva sempre un attimo in ritardo, il subdolo erotismo che danza ammaliatore anche tra le piccole cose quotidiane, e ci porta per mano là dove l’attrazione – verso persone o situazioni – ha la meglio su tutto. Posso dire con grande gioia che – benché siano passati ben cinque anni dalla sua pubblicazione – il libro ancora viene acquistato e apprezzato da voi lettori, segno evidente che l’argomento non lascia indifferenti.

Ma che cos’è, in definitiva, l’eros?

Al di là delle modifiche che il concetto di Eros ha subìto da quello greco ad oggi, io ne possiedo uno mio del tutto personale, secondo il quale l’eros siamo noi, è il nostro personale e profondo modo di guardare e di sentire, è la nostra immaginazione che amplifica o rifiuta messaggi altrui, è la fantasia. E, per fortuna, non è strettamente legato a severi e fuorvianti canoni estetici, né a schemi superficiali. È qualcosa di così meravigliosamente astratto e soggettivo, di così legato alle nostre personali percezioni, che trovo limitante cercare una sola parola per definirlo. Spesso scaturisce da una mescolanza di sensazioni, di passato da cui attingere o di presente tutto da vivere, per cui trovi l’eros nella forza di un ricordo o di una immagine del presente che niente ha di esplicito… basta una impercettibile sfumatura a trasformare il niente in qualcosa di accattivante. Credo che  tragga la sua forza proprio dal fatto che va a stimolare l’immaginazione attraverso un qualcosa di vago a cui è la mente a dar voce e connotati…

Sì, ne sono convinta: l’eros siamo noi e, astratto o no, questo venticello irriverente può trasformarsi con la stessa facilità in una fortuna o in una condanna.

Lo sanno bene i protagonisti del mio “Lame e affini” e lo sanno coloro che in privato mi scrivono raccontandomi le impressioni ricavate dai singoli racconti della raccolta. Ma voi, voi che state adesso leggendo questo mio post, che pensate di questo “venticello”  in grado di travolgerci come uno Tsunami?


4 Responses to “L’eros: una lama o una carezza?”

  1. elfa edonè ha detto:

    concordo con te:l’eros siamo noi, nel senso più intimo e animalesco dell’essere! qualcosa che ci fa sentire vivi, a dispetto di tutto e tutti. l’eros è lessenza della vita, non è un caso che ad esso sia affidata anche la riproduzione della specie.
    quando si vive un disagio, un male di vivere, l’eros è la prima sfera personale che viene inficiata. il desiderio si annienta. eros, sinonimo quindi di desiderio, di voglia di piacere e piacersi! un dare-avere che esula da tutte le prigioni mentali che l’uomo si costruisce! soddisfare le pulsioni è un bisogno primario, come il nutrirsi e il dissetarsi, essenziali alla sopravvivenza.
    ritengo che tutti gli aspetti della vita hanno uno sfondo erotico, dal mangiare, al guardare, al parlare…. tutto ciò che si vive nel quotidiano ordinario, in situazioni non legate per antonomasia all’eros. basta uno sguardo furtivo, una movenza maliziosa, un odore penetrante, un tocco casuale, una parola detta con un determinato timbro di voce! tutti i sensi vengono allertati da qualcosa che è dentro di noi, in un gioco intrigante, magari nato per caso che chissà dove può portare? al alvoro o facendo la spesa! con un amico o con uno sconosciuto! e perchè no?…con sè stessi!

    eros… seduzione… eros…vita…… eros brezza e tornado!

    • susanna ha detto:

      Ciao Elfa, un contributo interessante il tuo, perchè ci ricorda che l’eros è una costante della nostra vita senza il quale vita non è. Torna a trovarci!

  2. RES ha detto:

    En primera instancia quiero felicitarla porque este libro “Lame & affini” sigue siendo elegido.

    Hablando específicamente del tema ,creo que Eros ( deseo y placer ) es algo propio del ser humano,por eso es único,diferente en cada uno de nosotros; se elabora ,construye y experimenta pautado bajo diversas condiciones ambientales en las cuales nos vamos desarrollando;pueden ser sociales,educativas religiosas con características rígidas,conservadoras o libres que reprimen,limitan o potencian nuestra búsqueda personal ( deseo-placer).Por eso mismo se desarrolla de manera incomparable, nunca se puede ser objetivo ni medido, porque la forma de percibir sensaciones,experimentar emociones y sentimientos a través de los sentidos,visualizando imágenes, no tiene receta no puede ser clasificado. Bajo todas estas características se puede transformar en algo mágico o en algo venenoso pero lo que no tengo duda alguna que lo optimo,saludable es que esta exploración o viaje continúe a lo largo de toda nuestra vida , que podamos sentirnos libres,ilimitados, reconocernos ,tener identidad ,autenticidad, audacia para sentir que podemos ser volcán , tsunami, brisa ,lluvia no sabiendo nunca hasta donde podemos llegar.

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