Susanna Trossero

scrittrice

Benedetta sia, l’estate

Toscana, spiaggia che allo sguardo appare ancora selvaggia, con quei tronchi invecchiati sotto il sole inclemente e strattonati dal vento; giunchi, conchiglie, profumo di pini, suono melodioso di risacca. In questo scenario che sfiora  la perfezione grazie all’assenza di chiassosa e vacanziera umanità, leggo “piccoli” libri: Sarrasine, di Balzac, e L’inganno di Voltaire. Racconti d’autore in cui si dipanano due storie differenti, scritte con stile che non ci appartiene, dal profumo d’antico e impregnati di irresistibile malizia…

“Quell’età d’oro dell’amore, durante la quale gioiamo del nostro proprio sentimento e in cui ci sentiamo felici quasi per opera di noi stessi, e gli avvenimenti ci sorprendono quando siamo ancora sotto il fascino di quella primaverile allucinazione, ingenua quanto voluttuosa…” (Balzac)

Una visita in soffitta, cassapanca che si apre rivelando segreti ricami concepiti e ideati dalla fantasia di grandi autori capaci di raccontare commedie umane senza tempo, che ancora oggi si ripetono sorridendo divertiti della nostra “modernità di costumi”…

 “Il cervello, che è creduto essere la sede dell’intelletto, fu attaccato violentemente come il cuore, che si dice sia la sede delle passioni. Quale meccanica incomprensibile ha sottomesso gli organi al sentimento e al pensiero? Come mai una sola idea dolorosa disturba la circolazione del sangue e come mai il sangue, a sua volta, porta delle irregolarità nell’intelletto umano?” (Voltaire)

Canto di cicale, tramonto sull’acqua appena increspata, un buon libro. Anzi, due.

Benedetta sia, l’estate.

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