Susanna Trossero

scrittrice

Armiamoci e partite

armiamoci e partiteIl popolo, la massa, l’uomo della strada: è in loro, in noi tutti, che si respira lo scontento. La politica nelle mani di pochi avidi eletti, la tv che ci plagia, l’omofobia, la mercificazione del corpo, le tasse, la fame, l’egoismo dilagante, l’indifferenza, l’incapacità di accettare una sconfitta che genera violenza…

Potrei continuare a lungo e mi domandereste dove voglio andare a parare. Già, dove?

La massa, il popolo, contesta tutto questo. L’uomo della strada se ne dissocia. Lo sdegno è dilagante. Ma allora qualcosa non torna.

I politici li eleggiamo noi, abbeverandoci di false promesse con l’ingenuità degli adolescenti. La tv ha un tasto sul telecomando che non serve solo per l’accensione ma anche per lo spegnimento: com’è che i programmi da cui ufficialmente la massa si dissocia con superiorità, è dalla massa che sono seguiti? E l’omofobia… Sento commenti che non provengono dalla generazione di mia madre o dei miei nonni, forse poco avvezzi a certi argomenti ma non omofobi come i giovani… sì, i giovani o quelli che stanno a “metà strada” come la mia generazione, i quali sottoscrivono la loro indignazione per atti omofobi e non dimenticano MAI di aggiungere “io non ho niente contro queste persone, anche se non dovrebbero esagerare. Dovrebbero chiedere meno cose per passare inosservati.” E la violenza sulle donne poi… Quando un’amica che all’alba, recandosi al lavoro, è stata aggredita per la strada, la prima domanda che il carabiniere le ha rivolto al momento della denuncia è stata “ma lei scusi, com’era vestita? In modo semplice o provocante?”

E la fame, le attività commerciali che chiudono, non si arriva a fine mese, e poi leggiamo di adolescenti che si spogliano davanti alla web cam per non rinunciare alle Hogan e c’è chi uccide per una manciata di biglietti da cento. E sempre più sono quelli che invece uccidono perché incapaci di metabolizzare un rifiuto, la fine di una storia, un no. Dov’è finito il timore delle conseguenze? Queste ultime settimane di sangue ci confermano che non esiste più.

Noi, e perdonate il generico “noi”, siamo questo e di questo ci lamentiamo. Qualcosa non va, se chi si dissocia e vive rispettando “le regole” organizza i tour per portare la gente sul “luogo del delitto”, l’ultimo avvenuto naturalmente, perché se Porta a Porta o Quarto Grado non parlano più di quello precedente, allora non fa testo. E chi partecipa a questi tour? L’uomo della strada. Al pozzo di Sarah arrivavano i pullman di turisti, lo sapevate?

Non parlatemi di rivoluzione, di ribellione, di indignazione. Abbiamo tutti, chi più chi meno, superato il punto di non ritorno; ognuno di noi ha fatto la sua parte perché ciò accadesse. Anche se siamo tutti così bravi a fare i contestatari su fb. Il mondo migliore è solo un’utopia fantasticata sul divano di casa, mentre ci dedichiamo al televoto e sogniamo un finto vulcano in giardino come quello di Villa Certosa.

 

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