Come nasce il libro “L’angelo della porta accanto”?
Susanna: Nasce dalla fantasia di Sandro e dal nostro fortunato incontro. Lui, che ha dentro la testa un’infinità sorprendente di storie e idee, aveva da tempo buttato giù sulla carta una traccia dei quattro racconti pubblicati in questo libro, ma desiderava svilupparli con qualcuno che comprendesse quel tipo di fantasia. Ricordo che mi disse: “Non cerco uno scrittore, ma un complice sensibile, che voglia bene a questi personaggi e che gliene faccia incontrare di altri”. Ci ha presentati un amico comune, un cineasta, ed è stata una fortuna perché in men che non si dica le storie si sono sviluppate da sole, con noi due che sommersi di appunti parlavamo di questo o quel personaggio, quasi avessero preso a vivere con noi realmente, quasi facessero parte del nostro quotidiano!
Sandro: Da piccolo mia nonna mi raccontava delle storie spesso inventate lì per lì, sapendo di farmi contento. Aveva un’inesauribile fantasia e le storie erano sempre diverse! Quarant’anni dopo l’ho sognata e mi ha detto: “Sandro, io ti voglio aiutare, voglio ancora farti contento, ma tu dovrai fare almeno una piccola preghiera per me”. Beh, io l’ho fatta e da quel giorno la mia vita è cambiata, ho conosciuto tanti angeli tra i quali Susanna. Ecco, è da qui che quelle storie di un tempo hanno preso vita.
Scrivere oggi un libro che ha come filo conduttore l’amore non rischia di essere un po’ troppo fuori moda, svenevole o di strizzare l’occhio ad un buonismo di facciata?
Sandro: L’Amore è un insieme di grandi sentimenti, una molla che fa girare il mondo a dispetto delle cose negative, e non potrà mai passare di moda, in qualunque forma si manifesti, un incontro, un gesto, un sorriso o… un libro.
Susanna: No, non “questo” libro. Sono convinta che possa avvolgere il lettore di… dolcezza; che possa farlo sorridere anche mentre fuori dalla porta c’è il caos; che possa fargli spegnere la televisione per qualche ora riscoprendo il piacere della leggerezza. Più che svenevole, è un libro “indulgente”, che non dimentica la realtà o gli egoismi, ma perdona tutto concedendo un’altra possibilità.
Secondo voi, quale è l’atteggiamento giusto con cui leggere il vostro libro?
Sandro: In un incontro di pugilato ci sono dei round dove se le danno di santa ragione. Ogni round è intervallato da un gong che dà modo ai partecipanti di riprendersi. In fondo è un po’ come nella vita di ogni giorno, spesso caotica. Ecco, vorrei che questo libro rappresentasse, per i lettori, il gong.
Susanna: Mi piace questa del gong! Mi associo, aggiungendo che l’atteggiamento giusto è quello della necessaria apertura alle porte della fantasia. Sono storie che vanno lette con le ali di uno dei protagonisti, per volare in un mondo dove niente è impossibile. Potrebbero addirittura essere considerate fiabe, ma fiabe “diverse”, che sfiorano il buio lasciando intravedere la luce.
A chi consigliate la lettura di questo libro e perché
Susanna: A chi sente il desiderio o la voglia di sognare ancora un po’, a chi il sogno sta mancando, a chi vuole condividere una lettura leggera con i propri figli, a chi ha ancora voglia di essere figlio per sentire una storia prima di dormire.
Sandro: Intanto, naturalmente, a chi ha bisogno di quel gong. E poi a chiunque stia cercando qualcosa dentro di sé, qualcosa che forse è andato smarrito per strada, fuorviato dalle circostanze, dalla superficie. A coloro che vogliono ritrovare l’anima di se stessi, scendendo in profondità, oltre l’ego e qualunque altra velleità.
Domanda per Sandro: dal cinema alla carta stampata. Come mai questo salto?
A dire il vero, io ho sempre scritto, ho cominciato a farlo anche prima di avvicinarmi alla recitazione: piccole storie, pensieri, fantasie, sceneggiature. Tutto materiale rimasto a lungo nel cassetto dei sogni. Dopo tanti ruoli stabiliti da altri, ho avvertito prepotente la necessità di dare qualcosa di me, qualcosa che mi appartenesse, e poi credo proprio che in questo “salto”, per usare le tue parole, sotto sotto ci sia lo zampino di mia nonna!
Domanda per Susanna: racconti, racconti e ancora racconti. Ma la tua ispirazione è inesauribile?
Mi auguro di sì! Considera che anche i miei cassetti, così come quelli di Sandro, sono ancora pieni… A dire il vero però, sento la necessità di scrivere un romanzo, e ci sto lavorando anche se ammetto che si tratta di un progetto impegnativo. Vedi, quando leggo qualcosa che mi piace non vedo l’ora di arrivare all’ultima pagina per vedere come va a finire, salvo poi rammaricarmene perché è arrivata troppo presto. Quando scrivo mi comporto allo stesso modo: per quanto possa sembrare assurdo non so neppure io che faranno i protagonisti delle mie storie, dunque vado di fretta per scoprirlo, e da qui la predilezione per i racconti. Stavolta cercherò di rallentare, e vedremo che succederà. E poi, io e Sandro abbiamo altri progetti che intendiamo condividere, ora che abbiamo scoperto di essere un buon team!
da GraphoMania