Tra numerosi nuraghi e ai piedi di un complesso vulcanico oramai spento da duemila anni, ho calpestato il suolo antichissimo di Cuglieri, in provincia di Oristano, un piccolo centro di duemila anime o poco più che cela al suo interno un fermento artistico inaspettato. Nel territorio in cui il condottiero sardo nemico dei romani Ampsicora, grande eroe del popolo isolano, si mosse per la libertà di queste genti, in pochi giorni ho conosciuto musicisti, pittori, scrittori e ho partecipato all’inaugurazione di una mostra fotografica degna di nota, quella del geologo Enrico Angotzi. Un’esposizione varia, non a tema ma suddivisa in settori che mostravano la versatilità dell’autore degli scatti, e che a dire il vero ho apprezzato molto. Paesaggi aspri, più morbide colline baciate dalla primavera, scogliere a picco sul mare, e poi volti di bambini, scorci di vita paesana, sagre e momenti di vita campestre… Salvatore ha elargito a piene mani per un intero mese la sua personale visione di una parte dell’isola che non conoscevo a fondo e che sapientemente ha immortalato, e la mostra ha avuto molti visitatori anche stranieri, in particolar modo francesi, i quali stanno facendo di Cuglieri una meta frequentatissima.
Ammirando un incredibile tramonto che accarezzava i vecchi tetti delle case, ho riflettuto sul vero senso del viaggio; non importa dove vai, potresti stare anche ad un tiro di schioppo da casa: è importante ciò che ti lascia dentro, quel senso di nuovo e di scoperta, di conoscenza che arricchisce lo spirito, che abbevera la mente…
Buon rientro a tutti voi, nella speranza che dentro le vostre valige siano rimaste tutte queste cose, perché il vostro viaggio possa proseguire anche tra le mura di casa.
Susanna