Quanti buoni propositi, per il nuovo anno… In fondo è solo un nuovo giorno nel calendario, eppure lo si riveste di possibilità, gli si affidano sogni e speranze, si moltiplicano i progetti o si rispolverano quelli a lungo rimandati. Soltanto un nuovo anno che arriva, uno vecchio che se ne va e che in tanti giurano di voler dimenticare. E c’è poi il timore del tempo che passa troppo in fretta, ad aggiungersi alla malinconia di ciò che abbiamo perduto e che non tornerà, delle occasioni sprecate… Siamo così pieni di contraddizioni, così confusi ed eternamente desiderosi di avere di più e dell’altro, o di meglio magari, di più soddisfacente o appagante.
Così, anche il 2014 parte con un grande bagaglio di attese e sogni da esaudire, di richieste da soddisfare, già affaticato dalle nostre ansie ma pronto a fare del suo meglio, pur sapendo che fra dodici mesi sarà anche lui da qualcuno rinnegato e maledetto.
Povero anno appena arrivato, che fatica starci dietro… Ma io brindo a lui come a tutti gli altri, perché il nuovo – bello o brutto – sta sempre pronto là fuori dalla porta ed è il nostro personale modo di accoglierlo o affrontarlo, che ne modifica la portata.
Provvidenziale nuovo anno giunge
quando malfermo quello vecchio va a morire
ormai sciatto abito smesso
in un armadio denso di cordoglio.
È da una fine che nasce un nuovo inizio
e tu sorridi al novello menestrello
che al sole canta di cose sconosciute…
La sua armonia ora mozza il tuo respiro
in una parata di grandi cambiamenti,
e ci sarà tempo per parlamentare
meglio godere di un alba promettente.
Buon anno,
vostra Susanna