Susanna Trossero

scrittrice

Se stai cercando qualcosa…

Arcodamore

Tante volte, nelle mie lezioni di scrittura, ho predicato sulla capacità di un romanzo di interferire con la vita mostrandoci nuove vie, o allargando gli orizzonti di quelle che già stiamo percorrendo e crediamo di conoscere. Un argomento trattato, sviscerato, discusso, corredato di esempi e arricchito dai punti di vista dei miei allievi.

Eppure, ogni volta che incappo in un brano, in una frase, in una riflessione compiuta da un personaggio inesistente nella realtà, è nella realtà che tutto si insinua riuscendo a stupirmi ancora e ancora.

In queso autunno appena cominciato ho incontrato la capacità di Grazia Deledda di raccontare lo stravolgimento di un sentimento di troppo, quello che tutti prima o poi abbiamo provato o sentito da altri. Il momento in cui ne siamo consci per la prima volta, quando la paura ha la meglio e le vibrazioni interne ci rendono umani. Poi c’è il momento successivo, quello in cui ci lasciamo trasportare dalla fantasia e viviamo sogni che ci rendono più vivi, forti, unici e imbattibili. Infine arriva il vento del dubbio, del disagio, e ciò che appariva magia, possibilità, si trasforma in pensiero disturbante e pericoloso, sbagliato, da combattere e dimenticare. Un pensiero proibito pronto a trasformarsi in rimpianto.

Canne al vento racchiude tutto questo in un brano molto breve eppure ricchissimo, denso, avvolgente. Un brano d’altri tempi – questi sono tempi più “espliciti” nelle descrizioni” – ma che non risulta datato e si trasforma in lama pronta a penetrare a fondo, che se non si sta attenti colpisce parti vitali.

Uno scrittore molto più attuale, Andrea De Carlo, mi ha invece catturata con una vecchia pubblicazione, Arcodamore, grazie alla quale ho compreso alcune cose che riguardano persone a me care. Ho ritrovato in riflessioni del personaggio principale, spiegazioni a comportamenti e sentimenti che non riuscivo del tutto a “decodificare” in persone reali. La nuova via di cui parlavo all’inizio, l’allargare orizzonti, l’usufruire della letteratura per capire meglio la vita o gli altri.

Funziona, e so bene che chi legge cerca sempre qualcosa: trovarla è un connubio tra fortuna e capacità. In genere, quando cominci un libro, hai già deciso che cosa ti serve o perchè lo hai scelto; con Canne al vento cercavo l’insegnamento di un classico, con Andrea de Carlo una storia da cui farsi catturare. In entrambi i casi ho trovato molto di più. Nuova linfa, approfondimenti sul vivere, risposte a dei perchè, le parole giuste per esprimere un pensiero che già era in me, o la scoperta di qualcosa di nuovo mai messo in preventivo.

Leggere è approdare in un altrove che spesso è già in noi ma che necessita di spinte per emergere. O, appunto, di parole giuste per essere raccontato.

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Le parole mancate

Povero blog, dimenticato, trascurato, silenzioso, privato di parole pur sapendo che sono proprio le parole a farlo vivere…

Oggi, 21 settembre, mi ritrovo qui a pensare che il tempo è qualcosa di subdolo, ingannevole, che si muove e scorre senza domandare nessun parere e dei pareri altrui si fa beffa.

Sì perché soltanto adesso mi rendo conto di quanto ne è passato dall’ultima volta che ho scritto qualcosa proprio qui, ed è inutile rammaricarsene visto che non è neppure la prima volta che accade. La scrittura che tanto amo, è passata in secondo piano così come la lettura, rispetto a cambiamenti che mi hanno travolta piacevolmente. Eppure, travolta o no, ho avvertito che qualcosa mi è mancato ma non sapevo ancora di che si trattasse.

Adesso sì: il piacere di leggere, di creare, di lasciare andare le sensazioni provando a dar loro un nome sulla carta o quello di cercare il nome che altri hanno dato loro.

Perché leggere, scrivere, è anche questo. E basta ricominciare a farlo per capire che di questo siamo fatti.

Dopo un trasloco, mi sono ritrovata a riorganizzare la mia libreria con tanti romanzi classici che ho avuto la fortuna di ricevere in dono. E non parlo di pochi libri ma di interi scatoloni pieni. Un lungo meraviglioso inverno mi attende con tutti loro, e vi racconterò ciò che lascerà segno indelebile nella mia anima. Ciò che mi renderà più creativa o recettiva. Ciò che mi indurrà a pensare in modo differente o a scoprire differenti modi di raccontare i pensieri.

Spero lo farete anche voi, con le vostre letture, e che ci faremo tanta compagnia; io comincio con Canne al vento, di Grazia Deledda: “Siamo canne e la sorte è il vento”, scrive.

Un abbraccio autunnale a voi che restate con me anche quando in questo blog divento avara di parole… Esserlo è sempre un male: bisognerebbe fare come Emily Dickinson:

“Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere”.

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