Susanna Trossero

scrittrice

Quanto avrei voluto essere Mina…

Ero una bambina quando mettevo sul giradischi canzoni di Mina. Cantare era la mia passione, e non sbagliavo una parola; dentro la mia testolina c’era posto per una marea di melodie, ma Mina era il mio mito, forse perché mi permetteva di usare tutta la voce di cui disponevo, e di certo non era che una piccola gocciolina nel mare della sua estensione vocale. Inoltre, lei di certo faceva felici i vicini, io no.

Volevo essere come lei, lo dicevo alle amichette: alta, bella, sicura, persino coraggiosa (l’essersi levata di mezzo le sopracciglia mi pareva allora un grande atto eroico) e cantavo, cantavo, usando il bastone della scopa come asta del microfono e disegnando l’aria con i volteggiamenti delle mani. Dovevo essere davvero buffa!

Poi sono cresciuta, lei è rimasta la colonna sonora di tanti miei momenti della vita, e ancora oggi l’ascolto senza mai stancarmi. Per questo ho letto avidamente Mina per neofiti di Aldo Dalla Vecchia (Graphe.it): tutti abbiamo i nostri miti e saperne di più ce li rende accessibili, vicini.

Aneddoti, curiosità, sue dichiarazioni o articoli di giornale, approfondimenti: ho trovato di tutto in questo piccolo grande testo, e tra le pagine ho incontrato qualcosa che me l’ha fatta amare ancor di più: la necessità di “firmare un contratto” con la sua famiglia prima che con le case discografiche, e la libertà di vivere a modo suo, lontana dai riflettori.

“Preferisco un contratto a vita con la mia famiglia che con qualsiasi televisione”.

Sempre nel libro Mina per neofiti, ho trovato un articolo de Il Venerdì di Repubblica che riassume perfettamente l’importanza di una simile scelta:

“La più forte è lei, dice sempre di no a tutti. Ha ottenuto l’impossibile, essere una diva vivendo come piace a lei. Si è salvata dalla schiavitù dell’immagine, dai lifting, ossessivamente ripetuti, dalle diete dimagranti e umilianti, dall’odio per i proprio invecchiamento, dallo smanioso, pericoloso esibizionismo”.

Cara Mina, ora ti canto con più discrezione, ma è in modo prepotente che molte delle tue canzoni si sono impadronite delle tappe indimenticabili (in bene e in male) della mia vita.

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