Susanna Trossero

scrittrice

Tatuaggi per la memoria

Grembiuli da cucinaSì, è proprio vero, più mi addentro in questo filo rosso che collega l’abbigliamento alle tappe della vita, più trovo qualcosa che rende indissolubile il legame tra un ricordo e un vestito.

Ho parlato di grembiulini della scuola, di jeans, ma stavolta ho in mente qualcosa che proprio sui vestiti mia madre indossava, e che oggi non si usa più così di frequente: il grembiule da cucina.

Ricordo le domeniche d’estate, quando alle 6 del mattino mi svegliavano rumori di pentole e odore di frittura: erano i preparativi per la lunga giornata in spiaggia, durante la quale i panini servivano solo per stuzzicare l’appetito o per una merendina “leggera”…

Giammai, la signora in grembiule davanti ai fornelli, avrebbe privato la sua famigliola di manicaretti di vario genere, là in qualche caletta segreta, tra gli scogli. Il suo grembiule era la prima cosa che il mio pigiama incontrava, mentre mio padre armeggiava con tavolino da pic nic, Gialli Mondadori, bevande varie e borse frigo.

La giornata che mi attendeva, rendeva scusabile il risveglio a un orario improbabile: ne valeva la pena.

Lo indossava anche per le pulizie, il grembiule, perché persino alle prese con queste incombenze bisognava salvaguardare l’abbigliamento che stava sotto di esso. Non era contemplabile una tuta da ginnastica, qualcosa di informale o vecchio o comodo, no: pronta all’evenienza d’esser vista da qualcuno, fosse anche il postino, lei era sempre in ordine e in ordine era il suo grembiule, anche durante la preparazione delle sue mitiche polpette al sugo.

Come facesse a tenerlo così lindo, è segreto di una mamma degli anni ’70.

Quel grembiule, nei miei ricordi, e accoglienza al mio rientro da scuola, è profumo di buono e di famiglia, è accudimento, e voglia di intingere un pezzo di pane nella peperonata che ancora in pentola borbotta…

Certo, la visione dell’Enciclopedia della Donna del 1962 in merito, oggi appare a dir poco bizzarra:

“Nessuna donna – recita – deve ignorarlo: il grembiule non è più soltanto un riparo per il suo abbigliamento, ma fa parte della sua eleganza in casa, le dà un’aria molto giovane, allegra ed efficiente”.

Il nostro concetto di eleganza si è nel tempo modificato!

Ne elenca poi le virtù, i modelli, l’utilizzo, e rammenta alle signore che ve ne sono da giorno, da sera, per il giardinaggio, per le pulizie, per attività di maglia e cucito, per i lavori leggeri e per quelli pesanti, per curare il balcone, per giocare con i bimbi, per riordinare gli armadi o le dispense.

Un grembiule per ogni occasione/incombenza, insomma, e di stile tutto italiano o magari perché no americano…

È portato bene da chi è giovane di spirito”, cita il IV volume dell’enciclopedia, strappandomi un sorriso. Mia madre lo porta ancora, e quando ne acquista uno lo sceglie con cura…

Fa parte della biancheria per la casa e con esso, se adeguato, si può ricevere chiunque senza imbarazzo alcuno”, aggiunge.

Lo pensava anche mio padre, mentre indossato un grembiulino fiorito puliva tutte le incrostazioni dai gusci delle cozze ed eliminava la loro “barbetta”, quell’insieme di filamenti chiamati bisso, mentre io annusavo l’aria che sapeva di mare anche in casa e storcevo il naso, inconsapevole del fatto che quel momento – insieme a tanti altri – si sarebbe tatuato nella mia memoria…

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