Susanna Trossero

scrittrice

Al riparo da sguardi e parole

Botti di Capodanno

Botti di Capodanno sì, botti no: ordinanze contro, polemiche di gruppi di quartiere a favore, articoli sul web, e per finire niente di nuovo. Petardi, ordigni illegali, fuochi d’artificio e quant’altro, hanno illuminato i cieli d’ogni dove anche quest’anno, alla faccia di divieti o polemiche.

Perché piace tanto, far chiasso o viverci dentro?

Tv ad alto volume, musica assordante nelle orecchie, vociare per strada, vicini rumorosi ad ogni ora, e allegre risate o imprecazioni: alla faccia dell’inquinamento acustico di strade, cantieri, aeroporti o fabbriche, nessuno meglio del singolo individuo sa produrre tanto baccano. Il silenzio fa paura, lo si associa alla noia, alla solitudine, all’assenza di qualcosa o di qualcuno…

Io amo il silenzio, la solitudine, perchè è là che mi ritrovo da sempre. Fin da bambina, cercavo luoghi riparati da sguardi e parole, per ascoltare qualcosa che altri non udivano: la voce che abitava dentro me. Si chiamava e si chiama pensiero. E non è in disaccordo con le parole, certo che no, ma sa farne a meno. Ad ascoltarlo, il pensiero, si arriva ovunque e ci si conosce a fondo, si impara a perdonarsi, a comprendersi, e perdonandosi e comprendendosi si amano di più gli altri e i loro limiti. Li si comprende e li si perdona.

No, non mi fa paura, il silenzio. Mi fa paura il rumore: quello che a tutti i costi ci invade, che ci vuole parte di qualcosa, che ci rende reperibili a tutti e a tutti ci deve mostrare. Il rumore manifesta, il silenzio avvolge.

“Vivere con leggerezza, ma non sconsideratamente; essere gioiosi senza essere chiassosi, essere coraggiosi senza essere temerari; mostrare fiducia e allegra rassegnazione senza fatalismo – questa è l’arte di vivere”. (Jean de La Fontaine)

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