Ho terminato da pochissimo un lavoro di editing e correzione di bozze per un privato, appassionante e interessante a tal punto da non farmi avvertire il peso di una concentrazione costante, necessaria per ottenere un buon risultato.
Non posso dirvi nulla sul contenuto di questo testo, ma su ciò che si prova a vedere qualcosa di buono prendere forma concreta sì, voglio dirvelo.
A volte è un po’ come lavorare la creta e ci vuole non solo pazienza ma anche tranquillità, non bisogna aver fretta né inseguire un unico risultato. Ci sono testi che nascono con impurità tali da necessitare di grandi manipolazioni, ancora panetti grezzi ma dall’idea ben definita nella mente degli autori. Altri, come nel caso appena accennato, che hanno già conosciuto le mani, il tocco amorevole, la garza o la tela: nessun sassolino, nessuna bolla d’aria, già sai che in cottura riveleranno soltanto perfezione. Sì, sono idee che già possiedono una forma e tu devi soltanto portar via il materiale in eccesso, pezzi unici per i quali puoi creare una struttura di sostegno, ecco tutto, in aiuto a chi li ha creati.
Si dice che il tempo indurisca troppo i lavori in creta, ma la giusta cottura serve a che in futuro non si riducano in polvere.
Ebbene, quando un testo possiede carattere, una efficace armatura, lavorarci per levar via ogni possibile imperfezione fa sì che abbia vita lunga, nelle librerie e nell’anima dei suoi lettori. Questo è ciò che auguro sempre a chi con fiducia mi commissiona lavori di editing, e crede nel mio supporto professionale.
Quando poi questi libri vedono la luce e ne ricevo una copia con dedica tutta per me, quando scopro il mio nome nei ringraziamenti o quando leggo recensioni positive, quelle lunghe ore passate a tavolino scompaiono perché prevale la soddisfazione, la gioia per aver accompagnato qualcuno fino a là.
Una prima pubblicazione è per ogni autore un importante punto d’arrivo, ma non la meta. Un viaggio che si spera non la raggiunga mai, e che offra stimoli e spunti sempre nuovi, destinazioni che sono tappe, tante e differenti.
Per scrivere, dobbiamo sentirci vivi, saper godere dei colori e dei profumi, trasformare albe e tramonti in emozioni, il mare d’inverno in struggimenti, le nuvole in storie, le impronte sulla sabbia in sentimenti o reticenze.
E non temere mai la solitudine, condizione necessaria per lavorare l’argilla dell’anima.