Susanna Trossero

scrittrice

Che leggere stasera?

Quali libri avete sul comodino? Quali titoli vi hanno incuriosito e di certo leggerete, e in cosa siete immersi al momento?

Io sto per finire “Un’isola a cavallo: storia equestre della Sardegna”, di Rita Pittalis (NuoveVoci – Terre), un interessante saggio in cui il lavoro di ricerca è davvero accurato! C’è sempre da imparare sul proprio territorio, e devo ammettere che stando lontana dalla mia isola sento il desiderio conoscerla ancor di più.

A parte questa lettura che volge al termine, sul mio comodino si fanno compagnia in paziente attesa due testi totalmente lontani in quanto a genere ma che mi intrigano molto. Uno è “Amore e Mantra” (Edizioni Veant), unica pubblicazione – credo – dell’attore Rodolfo Bigotti. Una storia di sentimenti da allontanare, di ricerca di sé attraverso la meditazione, di disciplina ma anche di apertura al nuovo, o del coraggio di guardarsi dentro.

L’altro testo invece mi diverte e mi incuriosisce: “Scoprire le bugie”, di David J. Lieberman (Tea Edizioni). La nota introduttiva dice che “in una società ideale non ci sarebbe posto per le bugie o per un libro come questo, tuttavia viviamo in un mondo di inganni e che vogliate giocare o no, siete parte del gioco!”

Amore, affari, lavoro, rapporti superficiali o profondi: visto che le bugie non troppo spesso portano benefici alla persona ingannata, l’autore ci ricorda che sebbene siamo tutti mentitori, non ci piace non riconoscere chi sta mentendo a noi.

Ma, cosa ben più interessante rispetto ai vari suggerimenti o alle tecniche per scoprire se ci stanno mentendo, vi è un capitolo a parte che aiuta mediante la psicologia, a renderci coraggiosi davanti alla verità. Ovvero, le bugie peggiori sono quelle che raccontiamo a noi stessi, e spesso pur sapendo che qualcuno ci sta mentendo fingiamo di non accorgercene. In fondo non di rado è vero che “la persona a cui è più facile dir bugie, è quella che vuole essere ingannata”.

Dopo queste letture, altri sono i titoli che mi attendono anche grazie alla scoperta dei vari mercatini in cui vengono regalati i libri salvati dal macero. Luoghi preziosi, in cui passerei ore come un ragazzino nel suo personale paese dei balocchi!

Si accettano consigli, mi raccomando, la condivisione è ciò che regala immortalità a ogni storia scritta!

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Tra le foglie cadute

La mia dottoressa oggi mi ha detto che non avere tempo è impossibile.

Impossibile non trovarne per ciò che ci fa star bene, mi ha detto, e io ci ho riflettuto molto. La prima risposta, quella istintiva, sarebbe “Che caspita dici, con tutto quello che ho da fare io il tempo non ce l’ho davvero!”

Ed è la risposta di tutti noi, inutile precisarlo, so che vi riconoscerete anche voi in questa reazione. Ma, in seconda battuta, ci ho riflettuto.

Corriamo tutto il giorno per mille motivi e, quando ci fermiamo, non ottimizziamo neppure quelle poche preziose briciole per ritagliarci uno spazio privato in cui mettere comoda la nostra anima.

Non troviamo il tempo per fare una telefonata a quell’amica che abita dentro di noi da sempre, lasciandola in un silenzio che le provoca silenziosi dispiaceri.

Non troviamo il tempo per camminare, e di camminare tutto il nostro organismo ha bisogno, molto più di farmaci e integratori vari, o di massaggi dall’estetista.

Non troviamo il tempo per leggere, e la lettura – come anche la meditazione – ha un incredibile effetto sugli ormoni dello stress.

Non troviamo il tempo per guardarci attorno, per respirare meglio, per assaporare o ascoltare.

E non troviamo il tempo per scrivere di tutto ciò, per lasciar andare i pensieri, per liberarli o regalarli a qualcuno.

Io stessa non mi ero resa conto per esempio, di aver abbandonato il mio blog. Certo, non è fondamentale averne uno, né curarlo costantemente, lo so bene. Ma so anche che per me è una finestra sul mondo, e quando la tengo chiusa per troppo tempo sento che mi manca qualcosa: il contatto con voi che passate di qui, che avete la pazienza di aspettarmi quando le mie assenze si prolungano (non è la prima volta…), che mi leggete e a volte mi rispondete.

Non sapete quale gioia mi dà trovare qui i vostri commenti, punti di vista, critiche o lodi.

Insomma, questa finestra mi è necessaria così come lo è camminare, telefonare a un’amica, leggere. Perchè mi fa guardare fuori e scoprire che ancora ci siete, in mezzo a tutto un crepitio di foglie cadute che da sempre mi ammalia e mi ispira. Foglie che non vedo mai morte bensì portatrici di poesia, sotto un cielo che può essere traparente anche d’inverno.

Vi saluto con le bellissime parole di Fabrizio Caramagna:

“Anche quando sembra non fare nulla e non c’è nessun umano al suo davanzale, la finestra è molto occupata. Suddivide l’aria in geometrie invisibili, orienta i passaggi delle nuvole, calcola le radici quadrate delle stelle, ascolta la voce del vento. C’è solo un punto della notte in cui dorme anche lei, e chissà cosa sogna: forse gli angeli o il mare (ma le finestre di città hanno mai visto il mare?) o il cielo trasparente e infinito da cui proviene”.

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