Susanna Trossero

scrittrice

Qualcosa da chiedere alle stelle cadenti

Strana epoca, la nostra. In cui bisogna per forza ironizzare su tutto. Colpire. Essere simpatici a qualunque costo per suscitare clamore o almeno apprezzamento. Emergere tra tanti, magari mostrando innate capacità di trovare la battuta giusta per tener banco, o meglio per essere ricordati.

Naturalmente la sana ironia non basta, dobbiamo “trasgredire”, mostrare quel qualcosa di più che se un tempo era giudicabile come “tocco di grazia”, oggi è catalogabile come cattivo gusto.

Tutti voi che mi state leggendo, forse sapete che cosa significa perdere qualcuno durante il cammino: un parente, un amico, una persona che vi è stata cara. I più fortunati no, ed io spero siate tanti, ma anche tra voi immuni da un simile dolore c’è chi ha comunque presenziato a un funerale, fosse anche per dovere o educazione.

Insomma, non esiste tra tutti noi qualcuno che non abbia visto lo sguardo mutilato di chi a un funerale è seduto in prima fila. O qualcuno che lo abbia avuto nei suoi occhi, quello sguardo. Io stessa lo conosco e l’ho avuto. Purtroppo più di una volta…

E così non capisco e non voglio capire come possa un’azienda che vive, mangia, si paga le vacanze basando il lavoro sulle mutilazioni altrui (e qualcuno deve pure farlo, ci mancherebbe!), accettare d’essere rappresentata attraverso una pubblicità disgustosa. Come può accettare di trovare nel suo onesto e delicato lavoro, motivo di ironia o ironizzarlo per acquisire nuova clientela.

Lo so, non capite, non ancora. E allora mi spiego.

Roma, da tempo, è tappezzata di grandi e vistosi manifesti pubblicitari, per i quali più volte ho sentito non solo commenti infastiditi ma anche malevoli o addirittura addolorati.

I suddetti manifesti, mostrano una bara infiocchettata a mo’ di dono, con la scritta a caratteri cubitali “regalo monolocale seminterrato”. Sotto l’immagine c’è il prezzo del funerale e l’offerta “bara in omaggio”. Il fiocco, è rosso come in ogni pacchetto che si rispetti.

Un’agenzia di pompe funebri ha davvero necessità di lanciare il suo marchio con simili trovate pubblicitarie che tanto ne sminuiscono la serietà e poco fanno ridere il cliente?

Perché, rivolgersi ad essa, dovrebbe strappare un sorriso? Non si tratta di acquistare un’auto nuova o dei pannelli solari, non uno yogurt o una schiuma da barba. Eppure bisogna colpire, risultare divertenti ad ogni costo. Emergere tra tutti.

Qualcuno definirà tutto questo un tentativo di esorcizzare: la morte, il dolore, ma a me personalmente parrebbe una pietosa giustificazione e – quello ottenuto – un pessimo risultato.

Marketing. E che irriverenza sia, altrimenti non esistiamo.

Il dilemma tuttavia oggi è: dobbiamo per forza esistere in questo modo? A voi la risposta.

Nel frattempo mi dedico al desiderio da esprimere in queste notti si stelle cadenti: stella stellina, restituiscici un po’ di quella umanità perduta per strada. Vedrai, saremo migliori.

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Notte di desideri

AgostoE agosto si è presentato a noi annunciato dal pianeta rosso! Pareva una nuova stella appesa in cielo dall’insolito colore, invece era lui, Marte, brillante luce tra il rosso e l’arancio che mai più – dal 2003 – era stato così vicino alla terra.

Adesso è davvero estate: ogni luogo che non sia “casa” è invaso dai turisti, sebbene a casa poi qualcuno resti sempre, ritagliandosi uno spazio rilassante o lasciandosi prendere dallo scoramento della solitudine.

Ci sono mesi che rivestiamo puntualmente di aspettative e Agosto ne fa parte: proprio come a capodanno, bisogna divertirsi, organizzare qualcosa, progettare… Così, il tempo del relax diviene spesso faticoso e di ricaricare le pile non se ne parla proprio!

In questo mese di stelle cadenti, mi domando quali e quanti siano i desideri segreti in attesa della fatidica notte di San Lorenzo…

È davvero così difficile raggiungere la felicità? È forse perché siamo oramai assuefatti alle piccole porzioni di gioia, che non riusciamo a conquistare qualcosa di più grande?

Difficilmente tracciabile, la mia idea di felicità.

A volte la conquisto con niente: la luce al risveglio, il silenzio della notte, una risata a tavola, le fusa affettuose del gatto o lo sguardo liquido e riconoscente del cane. Il messaggio di un’amica, l’odore dell’erba, la mano di chi amo che sfiora la mia.

E a volte con niente la perdo: una frase che stride, l’indolenza da calura estiva che vorrei tanto contrastare, un treno troppo affollato, un pensiero molesto. Incontrare lo sguardo di chi più non lotta, non poter aiutare chi lotta invano.

Tutto questo e molto altro, regala o impone l’agosto appena iniziato, ma il fattore sorpresa rimane il più atteso. Quello che scuote, che rivela, che smuove le acque.

Perché, nel mio concetto di felicità non c’è l’equilibrio alla base di tutto ma il movimento: quello del mare che si infrange sulle rocce, e pare cattivo, rude, bellicoso. Ma quando si ritira dopo la frustata, la luce sui sassi bagnati, i riflessi argentati, l’odore salmastro, il suono rinfrescante… meraviglie senza eguali.

Vi auguro un agosto di storie da leggere e da inventare, ma anche di schiaffi marini sulla roccia, di magie per lo sguardo capaci di raggiungere il cuore.

Felice notte di San Lorenzo e buone vacanze!

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