Ho delle conchiglie, sulla terrazza; stanno al centro della tavola, tra fiori multicolori che forse non reggeranno l’improvvisa calura estiva. Non ci sono più le mezze stagioni, continua a dire la gente. La sera ha poggiato le sue labbra fresche sui miei gelsomini ancora in fiore e un aereo sta portando sconosciuti verso nuovi lidi e chissà, verso sogni a lungo sognati.
Le conchiglie, immobili e silenziose, mi ricordano che la distanza non esiste, se lo vogliamo; provengono dalla Sardegna, dalla Francia, dall’Argentina, forse hanno ospitato dei piccoli esseri e adesso stanno qua, tutte mescolate, incuranti di confini geografici e piene di ricordi.
Avvicinala alle orecchie, fai come fa papà guarda, ecco così. Lo senti il mare?
Sì, che bello, hai ragione, si sente!!!
Lo abbiamo sentito tutti, il mare. Ce lo hanno raccontato le conchiglie e forse qualcuno di noi ancora lo fa, quel piccolo magico gioco.
Non un alito di vento, stasera, e l’aria notturna profuma di foglie e di tempo che scorre veloce, tra pensieri mescolati fra loro come le conchiglie, e senza alcun filo conduttore. Cosa domandarvi, stasera? Un poco dei vostri, di pensieri sotto le stelle. Raccontatemi delle vostre sere di fine primavera, di ciò che vedete fuori dalla finestra, del profumo oltre i vetri, o di un sogno che ancora sognate e tarda a realizzarsi…
Buona notte, amici miei, che Morfeo vi sia amico.