Susanna Trossero

scrittrice

La voce dei lettori

on 6 Ottobre 2008

Francesca, 27 anni, mi ha scritto:

Carissima Susanna,
visitando il tuo blog sulla scrittura ho riflettuto sull’importanza del talento e della fantasia. Io sono davvero felice per coloro che riescono ad emergere esternando in qualsiasi modo ciò che hanno dentro, e vorrei che più persone, me compresa, riuscissero a capire cosa può farci star bene, cosa realmente ci può dare la sensazione di volare (come per te quando dici “la penna, lo scrivere, mi da un senso di meravigliosa libertà”). Vedi, io penso che ognuno di noi (chi più chi meno) abbia delle capacità, abbia delle risorse, qualcosa da dire, delle emozioni da poter esprimere ed esternare che potrebbero trasformarsi in arte, cose queste che spesso e volentieri teniamo nascoste quasi vergognandoci di provarle, di viverle e di farle conoscere. I nostri lati più creativi, più sensibili tendiamo a nasconderli e mi chiedo il perché… in fondo non esiste sensazione più bella che conoscersi e imparare a volare con ciò che abbiamo dentro e che può veramente trasformare la nostra vita in una grande e magica favola. Crediamo di più in noi, mettiamoci in gioco senza paura.


8 Responses to “La voce dei lettori”

  1. solidea ha detto:

    Il principe Modupe racconta il suo incontro con la parola scritta a casa di Padre Perry:
    “Il solo luogo affollato di quella casa erano gli scaffali della libreria. A poco a poco arrivai a capire che i segni su quelle pagine erano parole intrappolate. Chiunque era in grado di imparare a decifrare i simboli e a rimettere in libertà le parole intrappolate reinserendole in un discorso.”
    Continuiamo a considerare le parole una scoperta, e lo scrivere una magia. Solo così non saremo mai mediocri.
    Solidea

  2. barbara ha detto:

    Riflettevo sulla scrittura e sulla sua importanza anche nel mio lavoro… credo sia abbastanza palese il fatto che attraverso la scrittura avvenga una comunicazione, e comunicare significa esistere, lanciare dei segnali del proprio modo di pensare di vivere. Non a caso nel mondo virtuale, dove tutti possono essere tutto, parti nascoste dell’io fanno capolino mostrandosi, o semplicemente desiderando di voler apparire in determinate maniere, per avere dei riconoscimenti o per eludere parti di noi che sono talmente celeate nel mondo reale, per tipologia di carattere, per necessità di mantenere un’ integrità nei confronti della realtà esterna che ci ha cresciuti.
    I blog nascono -credo- da questa forza, da questa pulsione, di scorprirsi e imparare ad amare tutto di sè, e ovviamente la scrittura, quella che impone riflessioni sull’io e su tutto quello che lo circonda, non può che essere un buono strumento introspettivo, con la sola pecca però di avere un unica via di scorrrimento, ovvero, quello che scrivo è fine a sè stesso, certo comunica qualcosa ma dall’altra parte c’è una possibilità di confronto? Un colloquio, una chiaccherata ha sicuramente più canali, da quello verbale a quello non verbale, anche un silenzio è pura comunicazione, però si sta in due, o più, in uno spazio in cui si innesta una “relazione”. La scrittura, per sua natura ha caratteristiche comunicative ma dal punto di vista terapeutico secondo me pecca dell’assenza di una di una vera e propria relazione, il confronto può avvenire certo, sui contenuti, sull’analisi di questi, ma avviene sempre con tempi e modi che non riusciranno mai a cogliere il phatos che lo scrittore ha provato mentre componeva. Poi certamente chi ama scrivere troverà nel mezzo stesso un piacere e la soddisfazione di un bisogno, e se vogliamo definire questo processo come una “terapia” che fa bene al proprio io (come mangiarsi un bel cucchiaione di nutella per intenderci) bhè allora lo è, alla grande! Dunque scrivete sempre!
    Barbara, psicologa.

  3. antonella ha detto:

    Perchè scrivere? Perchè sono timida e con la scrittura supero le mie stesse barriere. Sono anche una grande lettrice e per me la parola scritta ha lo stesso suono, la stessa vibrazione e forse più energia di quella vocale.
    Antonella

  4. F.S. ha detto:

    Io invece riflettevo su cosa è per me la lettura… forse la cosa migliore che io riesca a fare
    nelle mie monotone giornate, e neanche sempre.Il momento che attendo con ansia la sera, quando finalmente mi metto orizzontale, a letto o sul divano.
    Momento breve ma prezioso, ad ora tarda, rimandato in ultimo e tuttavia il preferito. Un rifugio sicuro, un porto accogliente, un sottrarsi alla volgarità
    e al chiasso dai quali siamo assediati tutti i giorni.
    Un’ansiosa ricerca di cultura, qualità, apertura mentale, arricchimento personale, contro la
    cialtroneria DELLA quale io stesso vivo. Una necessità quasi fisica che invece muove la fantasia.
    Ma voglio spendere una parola su cosa invece non è e non dovrebbe essere:
    Una fuga dalla realtà, un pavido rinchiudersi in se stessi, in un malinconico, sterile e finto
    rapporto con un libro.

  5. patrizia ha detto:

    Leggendo una delle interviste fatte a Susanna, mi ha colpito particolarmente ciò che lei prova quando entrando in una libreria e prendendo in mano un libro, lo apre e lo annusa traendo dall’odore della carta belle sensazioni. Mi sono ritrovata a pensare alle nostre vite differenti ma in qualche modo parallele (siamo nate e cresciute nella stessa città, e siamo anche coetanee). Ho pensato a lei con un padre che le insegna a leggere e a scrivere a soli cinque anni, alla sua vita fatta di libri, di amore per la lettura e per la scrittura, e poi ho pensato alla mia vita, con un lavoro da svolgere in famiglia (siamo fioristi) fatto di fiori profumati e dai mille colori, con tante tonalità e sfumature, a quei petali che presi uno ad uno possiedono delle fragranze meravigliose e mai identiche una all’altra. Oggi, oramai adulta, mi rendo conto di come la vita di Susanna, piena di libri con solo due colori (ad eccezione della copertina) ovvero il bianco delle pagine ed il nero dell’inchiostro, sia variopinta. Il nero, che è la negazione del colore, e il bianco che ne rappresenta l’assenza, le hanno aperto cosi tanto la mente da farle vedere tutti i colori dell’arcobaleno e sentire tutti i profumi che ci sono nell’aria, ispirandole la grande capacità di saperci trasmettere queste sensazioni attraverso il dono della scrittura. Mentre, all’opposto, mi rendo conto di come sia la mia vita nonostante la presenza costante di fiori, colori e profumi, di come io viva incapace di vedere e sentire “a colori” in un costante pensare solo in bianco e nero…
    Sono felice per lei, forse un po’ triste per me, ma una cosa mi rincuora: la consapevolezza che, a guardare bene, i colori più grandi sono dentro di noi, basta trovare il modo per esternarli ed io, forse, sto cominciando a scoprirlo con la pittura.
    Patrizia

  6. maria giuseppina ha detto:

    La scrittura…Ritengo che, se è vero che non tutti possano essere dei bravi scrittori, perchè comunque non è solo questione di tecniche che si possono acquisire, tutti però possone apprendere i meccanismi per esprimere in modo accettabile i propri sentimenti, le sensazioni, per parlare di sè, degli altri e descrivere il mondo o l’ambiente che hanno intorno. Mi piace scrivere, ma non abbastanza da dedicarmi solo a questa attività e non abbastanza da produrre un’opera letteraria seria.
    Nel mio lavoro ho fatto tante esperienze interessanti con i ragazzi proprio sulla scrittura, e i miei alunni hanno
    creato molti testi. Abbiamo sperimentato tante cose con grande entusiasmo e sono state esperienze da cui ho imparato tanto.
    Io dipingo, e quando lo faccio mi immergo in un’atmosfera di rilassamento totale. Devo essere sola, senza nessuno dietro le mie spalle. Devo essere in silenzio totale oppure ascolto musica classica a basso volume: mi stimola e non mi disturba.
    Mentre dipingo, a prescindere dalla qualità dell’opera, ho la
    sensazione di un appagamento dello spirito e dei sensi, non sento
    stanchezza. Il cervello è su di giri, mi sento lucidissima ed euforica man mano che trovo le soluzioni ai problemi ( altro che droga!); la stanchezza arriva quando ho terminato. Allora mi sento come svuotata.
    La scrittura mi fa provare più o meno le stesse sensazioni: un senso di profonda pace interiore e di appagamento fisico. Che cos’è dunque per me la scrittura? È un tirar fuori ciò che si ha dentro, come proiettarlo all’esterno, perchè sia più chiaro anche a noi stessi; è crescere e rinnovarsi confrontandosi con altre esperienze; è una verifica continua della propria vitalità; é viaggiare attraverso le parole, i personaggi, le situazioni, che acquistano vita autonoma appena fuori dalla tua testa. È un modo di vivere creando con la fantasia dei veri e propri mondi paralleli, un modo di arricchire la propria esperienza e di mettere a frutto le capacità che tutti possediamo, chi più, chi meno. Perché creare, in qualunque modo lo si faccia, è sempre bellissimo.

  7. Teresa da Madrid ha detto:

    Querida Susanna, he entrado en tu blogs y me gusta mucho, aunque como está todo en italiano, me cuesta un poco entender todo lo que se dice en él, ¿para cuando la traducción de tu libro en español?, me encantaría leerlo pero mi nivel de italiano no es muy bueno. Espero poder ir un día por Roma y verte y hablar de tu libro!

  8. soloconsuelo ha detto:

    Querida Susana, he entrado a tu blog y si bien no hablo ni escribo en italiano, lo comprendo bien y puedo leerlo con fluidez. Desearía que tus libros se publicaran en español, tendrían realmente mucha aceptación en Argentina pues eres una muy cálida escritora y puedes reflejar exactamente los sentimientos a través de las palabras. Te deseo lo mejor y espero con ansiedad la publicación en mi idioma! Ojala sea pronto!

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