Susanna Trossero

scrittrice

Susanna Trossero allo specchio

on 30 Marzo 2009

Ecco uno stralcio di un’intervista che mi è stata fatta da Giovanni Fiabane per la Gazzetta del Sulcis-Iglesiente dello scorso 26 marzo.

Dopo il libro Nella tana dell’orco che esortava con toni surreali ma efficaci a rispettare l’ambiente che ci circonda, hai pubblicato questa nuova raccolta di racconti, intitolata Lame & affini edita dalla Graphe.it Edizioni di Perugia. Ci conduci su un terreno minato, vale a dire quello delle passioni. Quale il messaggio, o la morale, di questa seconda raccolta di racconti brevi?
Anche, forse soprattutto, Lame & affini racconta di tante cose, di sentimenti forti in uomini deboli, di ossessioni d’amore o di totale assenza d’amore, di verità o menzogne, di attrazioni scomode, di desideri inopportuni, di scelte distruttive. Gli argomenti possono sembrare tanti, ma tutti riconducibili ad uno soltanto: la vulnerabilità umana. Con queste storie ho tentato di far emergere la nostra costante ricerca affannosa della felicità e i tormenti che a volte ne seguono, mettendo in primo piano ciò che spesso ci spinge in direzioni assolutamente sconsigliate dalla nostra parte razionale. È un libro che mi sta particolarmente a cuore perché lascia emergere la parte più scomoda dell’animo umano, quella che tutti i giorni ci fa fare i conti con la forza mista in ogni debolezza. E non è un paradosso.

C’è in Lame e affini una storia che ti è particolarmente cara?
Sì, si intitola Senilità. Ha commosso molti lettori e forse è l’unica vera storia d’Amore. Si tratta di un racconto che ha vinto – con la Graphe.it – un premio letterario che aveva come tema l’erotismo. Io ho voluto cogliere l’occasione per lanciare un messaggio attraverso una vicenda delicata che parla di anziani, perché difficilmente li si associa ad un tema del genere. Li si taglia fuori da tutto ciò che in realtà è vita, pensando che un vecchio sia solo uno che “aspetta”. Ma se l’eros siamo noi, se è il nostro personale modo di vedere e di sentire, se non è l’esplicito ma la sfumatura, se è l’immaginazione, o quel qualcosa di vago a cui è la mente a dar voce, allora l’eros non ha età. Credo che la vera essenza dell’uomo, sia un insieme indefinito di emozioni che non muoiono mai. Ecco perché mi è tanto caro Senilità.

Dopo l’ambiente e la natura che si ribella, dopo le passioni umane forti e spesso estreme, stai preparando qualcos’altro?
Il prossimo 26 aprile uscirà L’angelo della porta accanto edito da Graphe.it Edizioni, scritto a quattro mani con l’attore sardo Sandro Ghiani che ha voluto sviluppare con me alcune sue storie, in un lavoro faticoso e stimolante che speriamo sarà apprezzato dai lettori. Scrivere a quattro mani è molto interessante, soprattutto se si forma un buon sodalizio mentale così come è accaduto tra me e Sandro. Nei lunghi mesi in cui il libro ha preso vita, nel nostro quotidiano erano vivi e presenti anche tutti i personaggi delle storie ed era come muoversi costantemente in un mondo fantastico. Questo è un libro per grandi e piccini, che conduce in un mondo dove nessun sogno è irrealizzabile e che – quando le cose non vanno per il verso giusto – invita a sperare in un momento migliore. Perché, come dice Sandro, ad ogni angolo di strada puoi trovare il tuo angelo custode.

Cosa pensi della piccola e media editoria nel nostro Paese?
Non esistono piccole case editrici, ma case editrici giovani e meno giovani. La Graphe.it Edizioni di Perugia, per esempio – e non è la sola –, è la dimostrazione di quanto non sia necessario avere il monopolio dell’editoria per mostrare passione, grande apertura mentale, interesse autentico per scrittori e lettori. Io sono un’autrice della Graphe.it, ma collaboro anche al suo blog-magazine GraphoMania con articoli legati alla letteratura, con reportage di viaggi, interviste o recensioni e posso dire con cognizione di causa che il loro lavoro è ammirevole nonostante le difficoltà che si incontrino in un campo in cui il monopolio è in mano alle grosse case editrici, ben conosciute dal momento che dettano le leggi del mercato. Questa condizione quasi inevitabile finisce per penalizzare il lavoro di chi, pur senza un nome altisonante, con grande passione, cerca di far emergere autori di valore. Siamo noi – e parlo come lettrice – che possiamo far sì che ciò non accada, leggendo di tutto e lasciando uno spazio nella nostra libreria a favore di quell’editoria.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.