Susanna Trossero

scrittrice

Il non vivere che aiuta a vivere

Una manciata di foto, copertine ben ripiegate, la ciotola blu.

Oggetti che si sommano ad altri oggetti, mancanza ad altre mancanze, dolori metabolizzati ad accompagnarne tanti altri del passato di intensità variabili, timore di quelli futuri.

Ogni perdita è una nuova stanchezza, un peso che impariamo a portare in nome di nuove leggerezze da costruire, bilanciando qualcosa che tuttavia tende sempre a restare sbilanciato.

Gettoni del telefono, un’altra manciata di foto, un orologio ormai fermo. Altri oggetti, di un tempo più distante da questo. E nel mezzo messaggi vocali, ricordi di viaggio, altro tempo altri volti perduti.

La vita è fatta di mancanze, il cielo che cambia colore in settembre possiede in sé qualcosa che le rende presenze malinconiche, elargendo atmosfere e profumi densi di nostalgia.

Credo sia questo il periodo più bello e intenso per leggere, per lasciarsi andare cercando tra i libri altre vite che distolgono, per rigenerarsi attraverso quel non vivere possibile solo grazie alla giusta lettura.

Che le foto tornino nel cassetto delle afflizioni, che il pensiero venga messo a riposo, che il futuro resti lontano dall’oggi e che l’oggi sia storia altrui da cui lasciarsi trasportare. Perché c’è sempre un momento nella vita in cui è bene spegnere l’interruttore dell’anima e lasciare acceso solo quello della curiosità intellettuale. E quel momento lo si incontra spesso a settembre, nei suoi tuoni sospesi, nella voglia di stare ancora un poco scalzi, nel bisogno di sognare per mano altrui tra le righe dense di mondi ancora sconosciuti.

Settembre, che un libro sia con voi.

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Le foto che non ingialliscono

vacanze

E si rientra a casa, si rivestono i panni del quotidiano, si preparano i figli per la scuola o si spegne la sveglia al mattino ancora troppo assonnati per pensare al lavoro.

Che ne è stato dell’estate? Iniziata troppo tardi, terminata troppo in fretta, ci ha lasciati con qualche foto in più da scaricare al pc o da custodire nel telefono. Era bello, il tempo in cui invece attendevi di vederle al ritiro dal fotografo e, scartate quelle in cui eri venuto ad occhi chiusi o quelle mosse o ancora quelle in cui ti si vedeva un po’ troppo il “difetto” che tanto cercavi di nascondere (e invece eccolo là in bella mostra!), collocavi le altre nell’album e te lo rimiravi con soddisfazione.

Vi è un luogo in cui, quelli della mia generazione, custodiscono molte di queste nostalgiche raccolte di foto, e a rivederle sorridono delle pettinature, dell’abbigliamento, anche se in realtà notano dell’altro: gli amici del tempo, quelli perduti e quelli rimpianti, quelli che sono rimasti per sempre Amici o quelli che li hanno delusi. E la famiglia unita a Natale, i visi sorridenti e tanto più giovani, quell’aria di festa che l’infanzia rende magica. Poi le vacanze, il colore del mare, la sabbia e le conchiglie, o quel viaggio in montagna che li costringeva a tirar su il bavero anche ad agosto! E quella volta in nave, quando i delfini seguivano la scia, o quel tempo in cui potevi quasi stare sulla pista a vedere gli aerei partire. Il compagno di giochi che non c’è più, il primo amore al quale mai si è confessato nulla perché non si subisse l’umiliazione di un no, il mobilio antiquato dei nonni al paese, l’arazzo tanto odiato nell’adolescenza, coriandoli e stelle filanti e vacanze, vacanze, ancora vacanze. Quelle foto, confessatelo, stanno da qualche parte a ingiallire ma a rivederle si prova sempre qualcosa, ed è qualcosa di più forte perché le si possono tenere in mano, rigirarle alla ricerca di una data o di un nome, sebbene la praticità di una tesserina da scaricare al pc abbia avuto la meglio su tutti noi: non si sprecano più spazi né scatti, si verifica subito la perfezione dell’immagine altrimenti la si spedisce diritta al cestino, senza esitare. Ma, da qualche parte, album e scatole di latta, attendono carezze e rimpianti, emanando un fascino senza eguali.

Felice rientro, e se la nave è approdata troppo presto, rimirate qualche foto ricordo e condividetela con gli amici… oggi basta un click!

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Gli amici di Adele

Susanna Trossero - Francesco Tassiello, AdeleMiei cari amici,

sto per raggiungere la mia terra, la Sardegna, e con me verrà Adele e colui che mi ha aiutata a rendere più completo questo romanzo, lo psicosessuologo Francesco Tassiello. Insieme presenteremo il romanzo nella provincia di Cagliari: qui in alto a destra, alla voce Appuntamenti, potete trovare tutte le informazioni per raggiungerci e partecipare.

Adele ha pochi giorni di vita ma sta già ricevendo una calorosa accoglienza, con buone recensioni (compresa una radiofonica) e commenti positivi dei lettori. Dopo le presentazioni in Sardegna, aggiornerò il calendario degli eventi che si sta facendo fitto e interessante, ma voglio ricordarvi l’iniziativa che è nata insieme al romanzo: mi rivolgo a tutti voi che avete acquistato Adele o che l’acquisterete, a chi lo ha letto, a chi lo sta leggendo o a chi lo leggerà! Siete invitati a scattare una foto in cui il libro si possa vedere bene; l’ambientazione o gli altri soggetti sono a vostra scelta: un luogo che vi piace, i vostri cari, voi stessi, una panchina particolare, siete liberissimi! Mandate la vostra foto con il vostro nome e città di provenienza al mio indirizzo mail susanna.trossero@tiscali.it ; a breve, su questo sito, ci sarà una rubrica dal nome “Gli Amici di Adele” e là verrà pubblicata ogni fotografia inviata. A giugno, la Graphe.it sceglierà le tre foto più originali o particolari, e le premierà con un piccolo omaggio. Non si tratta di un concorso fotografico, non ci sono regole legate allo scatto né una gara al migliore, bensì un piccolo gioco al quale spero parteciperete numerosi. Aspetto le vostre foto e corro in terra sarda, a presto qui su queste pagine e grazie per l’affetto che mi state dimostrando,

Susanna

 

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