
Capita, dopo un periodo difficile che distoglie da tante cose, di aver voglia di cambiamenti. Un insolito impegno quotidiano, un progetto a cui appassionarsi, delle nuove regole, spazi da ricavare per fare ciò che ci fa star bene…
Le altalene a cui siamo sottoposti costantemente, ci spingono a dimenticare i piccoli grandi piaceri che fanno parte della nostra essenza e che nel tempo cominciamo a trascurare: ci sono cose più importanti, diciamo. E… domani, domani penso a me.
Mentendo a noi stessi lasciamo che quel domani tardi ad arrivare, con il risultato che il presente, l’oggi che sfugge di mano, crei un esercito di insoddisfatti.
Che cosa vi piace particolarmente? Intendo cose banali, niente di eclatante, quelle piccole gioie a cui vi dedicavate molto di più prima di lasciarvi plagiare da pigrizia mentale, circostanze sfavorevoli, tendenza a trascurarvi perché c’è sempre qualcosa di più importante da fare. Di meglio no, solo di più urgente.
Quando ero molto giovane, adoravo andare al mare al mattino prestissimo, quando la natura ancora sbadiglia e l’acqua è una fredda lastra silenzioso. Da sola, rabbrividendo, rompevo lo specchio entrandoci dentro e ricordo il dolce suono che accompagnava i passi man mano che avanzavo, un delicato sciabordio che pareva abbracciare l’anima. Quel suono non l’ho mai dimenticato e mi faceva stare in pace con il mondo, lo porto dentro di me da sempre e mi piacerebbe riprodurlo ogni sera prima di dormire…
Siamo pieni di cerotti per il cuore, di fonti di benessere anche più velocemente raggiungibili. Le mie sono in un tramonto da fotografare, in un animale da accarezzare, in un libro da leggere, in una fogliolina di menta da strofinare perché sprigioni quel profumo che tanto amo. Le trovo nell’acquisto di nuovi fiori per la terrazza, nelle lunghe passeggiate o nel preparare qualcosa di buono a mia madre che osserva i passaggi di una ricetta come una bambina. Le trovo in un abbraccio appena sveglia, o nel profumo di lievito per dolci. In un panino da mangiare al buio, la sera tardi, in compagnia di chi amo, seduta su un muretto un po’ scomodo. Nell’odore delle vecchie bambole o della buccia d’arancia, nei pop corn al cinema, nell’osservare tra gli scaffali quanti libri ho accumulato negli anni, nelle lenzuola fresche d’estate e nel tepore delle coperte in inverno, nel pensiero che vaga libero durante un viaggio in treno e nella nebbia che tutto nasconde. In una bella notizia che riguarda qualcun altro, nello scrivere una lettera, o… nel raccontare a voi che mi leggete le mie piccole quotidiane fonti di benessere.
Perché, arrivata alla veneranda età di 61 anni, ho capito che aveva ragione chi ha detto che non è ciò che abbiamo a renderci felici, ma ciò che apprezziamo.