Susanna Trossero

scrittrice

Le piccole gioie ritrovate

on 1 Luglio 2022

Capita, dopo un periodo difficile che distoglie da tante cose, di aver voglia di cambiamenti. Un insolito impegno quotidiano, un progetto a cui appassionarsi, delle nuove regole, spazi da ricavare per fare ciò che ci fa star bene…

Le altalene a cui siamo sottoposti costantemente, ci spingono a dimenticare i piccoli grandi piaceri che fanno parte della nostra essenza e che nel tempo cominciamo a trascurare: ci sono cose più importanti, diciamo. E… domani, domani penso a me.

Mentendo a noi stessi lasciamo che quel domani tardi ad arrivare, con il risultato che il presente, l’oggi che sfugge di mano, crei un esercito di insoddisfatti.

Che cosa vi piace particolarmente? Intendo cose banali, niente di eclatante, quelle piccole gioie a cui vi dedicavate molto di più prima di lasciarvi plagiare da pigrizia mentale, circostanze sfavorevoli, tendenza a trascurarvi perché c’è sempre qualcosa di più importante da fare. Di meglio no, solo di più urgente.

Quando ero molto giovane, adoravo andare al mare al mattino prestissimo, quando la natura ancora sbadiglia e l’acqua è una fredda lastra silenzioso. Da sola, rabbrividendo, rompevo lo specchio entrandoci dentro e ricordo il dolce suono che accompagnava i passi man mano che avanzavo, un delicato sciabordio che pareva abbracciare l’anima. Quel suono non l’ho mai dimenticato e mi faceva stare in pace con il mondo, lo porto dentro di me da sempre e mi piacerebbe riprodurlo ogni sera prima di dormire…

Siamo pieni di cerotti per il cuore, di fonti di benessere anche più velocemente raggiungibili. Le mie sono in un tramonto da fotografare, in un animale da accarezzare, in un libro da leggere, in una fogliolina di menta da strofinare perché sprigioni quel profumo che tanto amo. Le trovo nell’acquisto di nuovi fiori per la terrazza, nelle lunghe passeggiate o nel preparare qualcosa di buono a mia madre che osserva i passaggi di una ricetta come una bambina. Le trovo in un abbraccio appena sveglia, o nel profumo di lievito per dolci. In un panino da mangiare al buio, la sera tardi, in compagnia di chi amo, seduta su un muretto un po’ scomodo. Nell’odore delle vecchie bambole o della buccia d’arancia, nei pop corn al cinema, nell’osservare tra gli scaffali quanti libri ho accumulato negli anni, nelle lenzuola fresche d’estate e nel tepore delle coperte in inverno, nel pensiero che vaga libero durante un viaggio in treno e nella nebbia che tutto nasconde. In una bella notizia che riguarda qualcun altro, nello scrivere una lettera, o… nel raccontare a voi che mi leggete le mie piccole quotidiane fonti di benessere.

Perché, arrivata alla veneranda età di 61 anni, ho capito che aveva ragione chi ha detto che non è ciò che abbiamo a renderci felici, ma ciò che apprezziamo.


8 Responses to “Le piccole gioie ritrovate”

  1. Sandro ha detto:

    Le cose che scrive questa ragazzina di 61 anni sono fresche e profumano così intensamente che, ne sono convinto, ho sentito un odore buonissimo di foglie e menta sfregate e buccia d’arancia.

    • Elda scrobogna ha detto:

      Tra le piccole gioie ritrovate, ma mai completamente dimenticate,è lo sciabordio del mare che ti culla , ti porta lontano, nel seno materno. Grazie Susanna.

      • susanna trossero ha detto:

        Grazie a te Elda, avvolgente l’unione tra mare e seno materno… Un abbraccio di parole che tutti ci coinvolge.

    • susanna trossero ha detto:

      Grazie Sandro, in particolar modo per quel “ragazzina” che ahimè non mi sento dire più tanto spesso 😀
      Ma… non ci hai resi partecipi dei tuoi piccoli momenti di benessere e noi siamo curiosi!!!

  2. Damiano ha detto:

    Le piccole cose… quelle che mentre le fai ti danno il godimento immediato e quello remoto.
    Perché manda la mente in dispensa a cercare tra i barattoli dei ricordi sotto vuoto.
    Ecco perché, d’estate, quando rientro in casa tolgo le scarpe e resto così, a piedi nudi, sul pavimento fresco mentre mi tornano in mente le estati da bambino, in campagna, sempre a piedi nudi e niente che potesse farmi male più di tanto.
    Perché la voglia di correre a raggiungere i compagni di giochi faceva guarire, in pochi secondi, qualsisasi male.

    • susanna trossero ha detto:

      bellissima suggestione quella dell’adulto che ritorna bambino grazie al contatto dei piedi nudi su pavimento di casa… Ci ho visto le tapparelle abbassate per ripararsi dal sole, la penombra delle stanze, la mia infanzia vissuta in una cittadina di provincia con genitori che guai a respirare nel primo pomeriggio, per non disturbare il riposo del quartiere…

  3. Sandro ha detto:

    C’è un periodo dell’anno, troppo breve, perfetto per un’attività che può dare enormi soddisfazioni. Il far niente. Tra maggio e giugno, nel tardo pomeriggio, quando la zanzara ancora non imperversa, starsene seduti in terrazza è qualcosa di più di un piccolo momento di benessere. La “sessione” inizia sempre allo stesso modo, animata dai migliori proponimenti, sussurrati all’indirizzo di un fantomatico interlocutore: “Ah… come si sta bene! Quasi quasi mi metto a dipingere”, oppure “Senti che bella arietta! E se accendessi il barbecue, così ceniamo fuori?”. Poi però, succede che appena seduto sul divanetto di midollino finto, quei propositi bellicosi si annacquano col passare dei minuti. Il solo pensiero di spremere i tubetti di colore sulla tavolozza… e chi ce la fa? Figurarsi se ci fosse da andare a cercare l’accendino per dar fuoco alla diavolina…
    “Mamma ma sono quasi le otto è ora di cena… papà che fa?”
    “Boh… ha detto che si metteva un po’ fuori a pensare ma si sarà addormentato…”

    • Susanna ha detto:

      Che bel quadro, invece, hai dipinto là sulla terrazza che ti vede appisolato o indolente seduto sul divanetto di midollino finto… Ci hai regalato proprio il dipinto che credevi di non aver neppure iniziato, e non possiamo che ringraziarti per la suggestione. Torna da queste parti!

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