Susanna Trossero

scrittrice

Si sta come d’autunno…

bosco

Quante guerre ancora ci sono nel mondo? Forse questo articolo può aiutarci a quantificare l’assurdo Ci sono quasi 900 conflitti nel mondo: nello sgomento per la guerra in Ucraina non dimentichiamo nessuno di loro – greenMe

Oggi è l’Ucraina a colpirci, a levarci la certezza che in un paese europeo no, era impossibile. Leggo tante opinioni sui social, e poi ci sono i dibattiti in tv, i servizi al tg, la gente per strada che sviscera l’argomento. Prima eravamo tutti virologi, adesso sfoderiamo ragionamenti in tema di guerra sui pro e contro, su ciò che non ci dicono, e anche in questo caso c’è chi arriva a negare che le immagini dei bombardamenti siano fasulle. Niente di strano, in fondo da tempo abbiamo rispolverato quel “la terra è piatta” ridicolizzando il povero visionario Galileo, no?

Ma io inorridisco. Sempre. In particolar modo quando si elencano le motivazioni di chi si è mosso contro qualcun altro o di quel qualcun altro che forse sotto sotto se l’è cercata. Sì, inorridisco perché non esiste una motivazione per far scappare una coppia di anziani senza cibo né acqua in montagna, per uccidere i bambini che giocano al campetto, per massacrare una famiglia che tenta di mettersi in salvo, per accerchiare e uccidere chi si stava preoccupando di portare cibo in un canile, per terrorizzare i malati di un ospedale e poi buttarlo giù come un birillo. Mi si dice che non devo focalizzarmi sulle singole storie perché è ovvio che vengono usate dai media per strumentalizzare, enfatizzare, fare notizia oppure audience, ma le singole storie cari miei fanno l’intero scenario di guerra, la guerra è composta di singole storie come il mare di piccole gocce. E al contrario, non vederle nel loro orrore significa non voler vedere l’orrore della guerra stessa, l’assurdità di ogni motivazione, il non senso di tutto.

Si sta come d’autunno…. Lo ricordate?

La primavera è alle porte ma le foglie continuano a cadere.

Oggi sono triste. E stanca di leggere commenti stupidi o di notare che prima ancora del rifiuto della guerra come fatto in sé, il genere umano disquisisca di motivazioni lecite o no.

Non esiste una motivazione, per la guerra.

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In branco creiamo la storia

Tvorymo istoriyu razom – insieme creiamo la storia.

Uno slogan che rappresenta la volontà e la speranza di Polonia e Ucraina unite, di vincere una “sana” competizione.

Siamo tutti pronti, una cifra esorbitante di biglietti venduti, l’accordo stipulato con la Warner Bros per promuovere “l’evento”, la quale produrrà e venderà abbigliamento, accessori per auto, per la cura personale e per neonati, per la casa e per l’ufficio o per i computer, e poi borse, calzature, gioielli, pubblicazioni, accessori sportivi, giocattoli e giochi. Tutto è pronto per questo torneo di pallone dell’Europa 2012. Sono pronti gli sponsor, i telespettatori, le federazioni calcistiche, il comitato UEFA, anche la nostra Gazzetta dello Sport. Pronti i 20 giocatori e i 3 portieri.

E, soprattutto, sono pronte le strade. Si è provveduto a “pulirle” per tempo.

36.000 cani e gatti uccisi dal mese di gennaio a pochi giorni fa: inizialmente con polpette avvelenate, poi si è deciso che il metodo più veloce era il bastone. Dipendenti comunali a tramortire a bastonate cani e gatti, randagi e di proprietà, e poi a bruciarli, spesso ancora vivi e terrorizzati accatastati tra i loro simili morti o ancora agonizzanti, gettati alla rinfusa in grandi barili di latta o in sacchi, o ammucchiati in attesa della fine.

Hanno pulito le strade in nome di un evento sportivo. Insieme creiamo la storia. Più facile, con una strage, tanto la storia ne è piena.

Non completerò queste mie poche righe con le foto raccapriccianti che girano in rete e che non riesco a guardare. Ma commenterò quello che siamo, noi europei, se nel 2012 non siamo stati capaci di fermare un simile scempio in casa nostra, e non con battaglie di volontari disperati o con gli appelli e le raccolte di firme, ma con la legge.

Vorrei saper dire la cosa giusta, adesso, ma la cosa giusta sarebbe violenta, e darebbe vita a una contraddizione con la mia indignazione per tanta aberrante violenza documentata. Ma non ho in mente niente di buono.

Ho in mente soltanto una parola: branco. È il branco che ha dato vita ad un simile provvedimento. È il branco, rappresentato da tanti dipendenti comunali, ad aver accettato di eseguirlo con tanta solerzia (e gusto, leviamo il prosciutto dagli occhi). È il branco a partecipare a questo evento sportivo sporco di sangue fingendo di non sapere, e sarà il branco a riempire le tribune, a seguirlo in tv. Un branco composto anche da 23 giocatori, che daranno il meglio ignorando l’olezzo di carne bruciata proveniente da forni crematori improvvisati. Dissociarsi sarebbe stato un grande atto di civiltà, una dimostrazione di sdegno. Di umanità.

Ma… Tvorymo istoriyu razom:  insieme creiamo la storia. Tutti insieme. In branco.

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