Onde incrociate di fieno che incantano lo sguardo, ora vanno ora vengono accarezzando l’aria o forse lasciandosi dall’aria accarezzare; ronzio di un calabrone solitario, campanacci di un gregge annoiato da quel dolce far niente pomeridiano, fruscio del vento tra gli arbusti, sassi che un tempo sono stati immensi macigni da sollevare a mani nude… Strane torri e infinite teorie che lasciano il tempo che trovano, davanti a tanta energia: quella del respiro all’aria aperta, di immensità, di natura selvaggia, di proprietà terapeutiche delle antiche pietre, del silenzio interrotto soltanto da un belare lontano.
Si rinasce, in certi luoghi… ci si ritempra, in questo muto niente campestre che tanto ha da dare a chi tanto sa ricevere.
Un albero sotto i raggi del sole,
un sasso segnato dalle intemperie,
un animale, una montagna:
tutti hanno una vita, una storia,
vivono, soffrono, affrontano i pericoli,
godono, muoiono.
Ma non sappiamo il perché.
(Herman Hesse)