Susanna Trossero

scrittrice

ArgoDiario, pagina 10

Il mattino di lunedì 24 aprile appare soleggiato e soleggiato è il mio cuore: Lino Fioretto, direttore della Graphe.it ma anche docente di lingua italiane traduzione dal russo all’Università per Stranieri di Perugia, scrittore e poeta, mi ha coinvolta tanti anni fa nel suo amore per Fernando Pessoa ed oggi lo affiancherò nella sua Lectio Magistralis sul grande autore, dal titolo “E lo splendor delle Mappe. Cammino astratto all’immaginazione concreta”, al Teatro Electra di Iglesias.

Un abbraccio mattutino tra tutti noi e si comincia con la colazione d’autore: Mirko Cogotti, isolano ma parigino di adozione, e il suo romanzo d’esordio “Mezzo giro di velluto” (Edizioni Effetto). Un viaggio alla ricerca dell’identità di cui Mirko racconta anche nelle sue interviste l’origine dell’idea:

“L’idea del romanzo mi è venuta mentre mi trovavo in fila dal medico, e leggevo un articolo la cui autrice notava che nel proprio paese d’origine ci fossero ben sei estetiste e nessuna libreria. Intrigato, mi sono domandato cosa mai sarebbe accaduto se all’interno di una piccola comunità qualcuno avesse aperto una libreria. E da lì è nato l’incipit del romanzo.”

Il tempo vola, si va in teatro ed io sistemo sul leggio le poesie che leggerò durante la Lectio di cui vi avevo parlato ancor prima della fiera (Sognare con Fernando Pessoa | Susanna Trossero ). Lino comincia a parlare e ascoltarlo è superare le nostre barriere difensive per ascoltar meglio anche noi stessi… Un approfondimento su Fernando Pessoa e sul suo pensiero più vero che ci riporta a ciò che siamo tutti, alle nostre maschere, a ciò che dietro di esse nascondiamo (non senza fatica) fino a farci perdere di vista chi siamo realmente.

Salire sul palco ad offrire i bellissimi versi al pubblico mi emoziona e coinvolge…

“Sarò sempre quello che ha atteso che gli aprissero la porta davanti a una parete senza porta”…

oppure “Sarò sempre quello che non è nato per questo”…

Quante volte lo abbiamo pensato? E quante abbiamo atteso che ci aprissero un varco là dove il varco non poteva essere aperto?

Giornata coinvolgente che si avvia verso l’ora di pranzo con il terzo e ultimo spettacolo di Alosha, “Anime migranti”, il cui titolo non ha bisogno di spiegazioni. Ma vorrei raccontarvi della commozione che ci ha avvolti quando lui – a conclusione – ci ha esortato ad abbracciare il nostro vicino di posto, chiunque fosse, amico o sconosciuto… Ne ho colto l’importanza e così tutti noi del pubblico: è quella di non dimenticare la fratellanza che abbiamo intorno, quella che così bene faceva dire a Martin Luther King “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli”.

Una mattina ricca che riccamente si conclude a tavola, ma prima ancora – all’aperitivo – conosco meglio Fabio Stassi e sua moglie Francesca, che Antonella Serrenti, Marina Leonori ed io abbiamo apprezzato tantissimo. E tanto abbiamo apprezzato anche un’altra Francesca, moglie del giornalista Stefano Lamorgese. Spero di rivedere tutti, un giorno, e non lo dico tanto per dire.

La Fiera è sì un contenitore di eventi, ma anche possibilità di incontro, una delle più grandi, profonde e ricche consolazioni della vita.

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Il mio grazie a tutti voi

Oggi mi sento ancor più legata alla scrittura, grazie ad alcune riflessioni scaturite da piccole grandi novità in grado di mantenere vivi i miei libri.

Per esempio, il libro “Il pane carasau – storia e ricette di un’antica tradizione isolana”, che Antonella Serrenti ed io abbiamo iniziato a scrivere nel lontano 2013 e che la Graphe.it ha pubblicato l’anno dopo, con una seconda edizione nel 2019 arricchita nella forma e nei contenuti. Ancora oggi il nostro prezioso scrigno di voci e memorie è apprezzato e ne siamo felici! Sentite il mio intervento a Rai GR Parlamento di qualche domenica fa ( https://bit.ly/3ICkDyu ).

Oltre a questo piacevole invito di Radio Rai, un altra pubblicazione che mi riguarda e alla quale mi sento molto legata avrà uno spazio nella capitale. Parlo di “Tutti gli Alfredo del mondo” contenuto nel libro “Un altro Natale” – naturalmente sempre Graphe.it – racconto autobiografico che rappresenta una parte della mia vita: la porterò sempre con me. Per la seconda volta, il danzastorie siciliano Alosha – Premio Unesco 2019 come messaggero di pace – trasformerà le mie parole in danza. Era accaduto a Iglesias, in occasione della Fiera del Libro, ed ora ci si sposta a Trastevere per gli amici romani. Ne sono felicissima e sarà ancora una volta emozionante!

Ci sono anche tante altre novità, ma ci sarà tempo per condividerle con voi e spero continuerete ad apprezzarle come fino ad ora avete fatto: la lunga vita dei miei libri è tutta merito vostro e non ho parole davvero efficaci – io che di parole vivo – per esprimervi la mia gratitudine.

Vostra Susanna

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ArgoDiario, pagina 9

Siamo ancora alla seconda giornata della Fiera del Libro di Iglesias, domenica 23 aprile, ma già si riflette su ciò che sta per diventare passato e che è ancora qui con noi, nelle nostre menti. Si chiama “effetto fiera”: una conseguenza? un arricchimento? Un risveglio coinvolgente? Un modo diverso di pensare, forse, perché ascoltare le parole degli ospiti crea una cassa di risonanza, mette in moto qualcosa. Nel pomeriggio, quando ci si rilassa tutti insieme in attesa di nuovi eventi, ognuno si esprime su chi o cosa lo ha colpito, e si condividono gli effetti delle esperienze altrui che in noi “ascoltatori” si sono insinuate.

Io per esempio, ripenso a Massimo Lumini, quando ieri ha detto che “l’uomo, se vuole avere un equilibrio con la Terra, deve averlo di tipo dinamico. La Natura è denti e sangue, una catena alimentare in cui ognuno è carne dell’altro, eppure dà vita a un enorme equilibrio eco dinamico: produce zero rifiuti perché abile nel riciclare, mutante si adatta”. Ecco ciò che l’uomo non è, ecco perché è un essere che davanti alla natura dovrebbe chinarsi, e se in movimento dovrebbe farlo in punta di piedi.

Ad ascoltarlo, Lumini, ho compreso come abbia fatto, in una piccola scuola di campagna, a compiere una sorta di metamorfosi negli studenti, trasformandoli in ricercatori. L’ambizione del suo progetto non finalizzato al voto o al fare cultura, mi ha scavato qualcosa di bello dentro che cancella prepotentemente ciò che tutt’attorno si dice dei ragazzi, sbattendo in faccia a noi adulti che quando inattivi o svogliati, forse sono il prodotto proprio dell’adulta incapacità di stimolarli.

Quando Mirko Campochiari, al Teatro Electra, ci regala il suo punto di vista sulle mappe, si ricomincia con nuovi pensieri, o con un modo nuovo di affrontare anche quelli vecchi. Storico Militare e Analista Militare, sul suo canale Youtube Parabellum analizza quotidianamente la situazione della guerra in corso, e nel pomeriggio di questa domenica così densa, si presenta al pubblico con le Mappe del conflitto.

Alle 18, su piazza Pichi, Alosha ci commuove ancora una volta con una terribile storia di mafia che merita d’essere ricordata. Annalisa, è il titolo del racconto di Rosario Russo, il quale ha dato voce e spazio a una ragazza come tante, che ha perso la vita per mano di chi la vita non la meritava… Annalisa, su quella piazza, era con tutti noi, in noi, mentre nel silenzio rispettoso ne rivivevamo la storia grazie ad Alosha e a Rosario.

Poi, Roberto Mandracchia e Fabio Stassi, ci dilettano con il libro “Don Chisciotte in Sicilia” (Minimum Fax).

In qualche modo, Mandracchia con il suo Don Chisciotte contribuisce a creare nuove mappe per una Sicilia diversa, dove ancora si sogna, ci si diverte, ci si sente liberi di volare con la fantasia e di scrivere con il sorriso. Non c’è vera cupezza, nelle sue nuove mappe, e ci regala la possibilità di credere che riportare il senso vero della parola “giustizia” in una terra come la Sicilia spesso avara di riscatti, si può. E perfetto risulta Fabio Stassi nell’affiancarlo, rendendo la conclusione di questa seconda giornata, bellissima.

Prima di andare, ho il piacere di rivedere l’autore e Direttore artistico di Elba Book Festival: siamo entrambi amici e autori della Graphe.it!

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ArgoDiario: pagina 8

La magica sedia di Alosha lascia spazio, là su Piazza Pichi a un altro personaggio degno di nota: avete mai sentito parlare di Fausto De Poi?

A 39 anni, l’imbianchino di Sospirolo (provincia di Belluno) raggiunse il Nepal percorrendo oltre 10.000 Km, ovvero attraversando ben 13 Stati: Italia, Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Georgia, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Cina, Tibet e Nepal! Era il 2018, e la spinta per compiere questa impresa venne per la volontà di aiutare un paese duramente colpito dal terremoto.

Da qui nasce il suo libro “Sembra vero – storie di viaggi in Nepal”, in cui il cuore pulito di un montanaro e le necessità di un popolo così provato si incontrano dando vita ad emozionanti atti di solidarietà e accoglienza.

Non è nuovo a queste imprese, Fausto De Poi: pensate che attraversò in bici il Canada fino a raggiungere l’Alaska, ma tra i suoi viaggi su due ruote con pochi bagagli e tanta voglia di conoscere il mondo partendo dal cuore di ogni popolo, vi sono per esempio anche il Laos, la Cambogia, la Thailandia, il Messico, il Kenia…

Avvolgente, ascoltare i suoi racconti, ma anche scoprire dalle sue parole di viaggiatore quanto possa essere sorprendente scoprire che ciò che senti “casa” può essere all’altra parte del mondo!

Completa l’incontro emozionante il Coro di Iglesias, che ci tiene tutti stretti con le sue note e la malia della musica.

Una chiacchierata con Claudia Aloisi, una capatina allo stand della libreria Sacro Cuore, uno scambio di emozioni con Antonella, Marina, Lino Fioretto, Eleonora Carta, Erika…

Fiera del libro di Iglesias 2023 – tema Le Mappe. Le mappe che si riscrivono, che non rappresentano solo i territori ma anche gli incontri, gli abbracci e i sorrisi, o lo scambio di riflessioni, il raccontarsi ciò che si è provato ascoltando musica o parole.

E aveva ragione Voltaire:

“È ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire di casa propria”.

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ArgoDiario: pagina 7

Domenica 23 aprile è stata per me una giornata indimenticabile, di quelle che ti lasciano addosso qualcosa di duraturo che al solo pensiero rivive con la stessa intensità.

Ma andiamo con ordine: è arrivato da Perugia l’amico caro e direttore della Graphe.it Lino Fioretto, e quel “ci si vede in piazzetta” promesso da mesi si avvera in un abbraccio caloroso. La Graphe.it è per me una seconda famiglia, dunque la domenica comincia proprio bene!

Poi non poteva mancare una chiacchierata con il libraio storico Gianni Loi, e neppure un saluto a Maria di Ceramiche Onda, o agli amici autori appena arrivati. Ma subito dopo si parte con la consueta colazione d’autore. Oggi è Giorgio Lupo l’ospite di questo incontro informale; direttore artistico del Termini Book Festival, autore appassionato di gialli e creatore del commissario Placido Tellurico, presente nel suo romanzo “Nella tana del polpo” (Augh Edizioni), di cui ci parla nel dettaglio regalandoci un piacevole momento.

Trovo affascinante scoprire che cosa c’è dietro un personaggio vincente, come nasce, cosa regala all’autore. Sì, perché se è vero che un autore regala bei momenti ai lettori, sappiate che anche lui ne riceve: i protagonisti dei romanzi, finiscono spesso per muoversi in modo quasi autonomo in una sorta di magia chiamata ispirazione, e abitano il quotidiano degli scrittori anche quando questi ultimi non sono alle prese con la scrittura. Non ci credete? Provate a scrivere!

Al Teatro Electra, alle 10 Daniela Aretino, Archivista, Paleografa e Diplomatica presso l’Archivio di Stato a Cagliari, approfondisce invece la storia di Iglesias – Villa di Chiesa – mostrandoci quanta passione mette nel suo lavoro e offrendo al pubblico interessanti approfondimenti.

Poi, le gambe cominciano a tremare perché il danzastorie Alosha ha in serbo per me una bella sorpresa e per goderne arrivano su Piazza Pichi molti vecchi amici e tanto, tanto pubblico: metterà in scena con le sue doti da mimo danzatore il mio “Tutti gli Alfredo del mondo”, presente ne “Un altro Natale”, Graphe.it, messaggio contro l’abbandono degli animali.

Si crea una situazione che è mescolanza di emozioni: la storia è del mio Capoccione, il meraviglioso cane che salvammo da un canile romano anni fa e che oggi non c’è più a causa di un brutto male; la voce narrante rende le mie frasi più belle e i brani scelti da Alosha sono perfetti per collegare la mia scrittura alla musica. Si creano suggestioni grazie al suo danzare, alle espressioni del suo viso perfette per interpretare ogni parola, la Rai sta riprendendo parte dello spettacolo, la piazza è gremita di gente, il pubblico si commuove, gli applausi sono sinceri, io sento le lacrime premere e non è facile non liberarle.

Quando tutto finisce, Alosha mi porta accanto a lui e insieme compiamo l’inchino ripetendolo mente gli applausi scrosciano… Per me è la prima volta e vorrei essere meno impacciata, perché ne sento l’importanza: un segno di rispetto per tutti coloro che ci stanno davanti, un ringraziamento dovuto e sincero.

Tanti poi si avvicinano a noi lasciando i posti a sedere e io non so cosa darei per avere con me Capoccione, per mostrargli quanti amici ha ancora oggi. E, a proposito di amici, ecco gli abbracci dei miei, che sono venuti alla Fiera del Libro per rivedermi: Valeria, Sara e suo padre Santino, Ilenia, Omar, Davide, Enrico e Cinzia e tutti gli altri… Grazie per aver reso ancor più perfetto questo momento.

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