Giugno, il mese che preferisco, quello del mio compleanno, quando l’estate si affaccia all’improvviso e ha fretta di scalzare la primavera, le giornate si fanno lunghe lunghe lunghe e i giubbotti finiscono nei ripiani alti dell’armadio. Il profumo dei gelsomini mi avvolge e mentre tanti sui social cominciano già a lamentarsi del caldo io ne gioisco, con la mia indole da lucertola.
I social…
A volte continuo a stupirmi per l’uso che ne viene fatto, per quel manifestarsi di mancanza di empatia, per la piega che prendono certi commenti… Nel 2024 leggo tante assurdità che spesso sembrano andare in crescendo e mi lasciano attonita. Mi si dice “Ancora non ti sei abituata? Ancora ti sorprendi?” e io nutro la speranza che resteremo in tanti a continuare a sorprenderci e ad avere reazioni, perché sarà questo a salvarci davvero.
Perdonate l’esternazione, preferisco non perdere tempo a spiegarvi per esteso la ragione delle mie parole, darei spazio a qualcosa che spazio non merita.
Invece vorrei dirvi che quando finisce un corso di scrittura, i lunedì paiono svuotarsi. Il piccolo gruppo tutto al femminile che ha condiviso con me ben 30 ore mi ha lasciato qualcosa di importante che va oltre le parole che insieme abbiamo scritto e fatto funzionare.
Ecco, per intenderci, un corso di scrittura non è semplicemente l’incontro
tra chi spiega tecniche e regole e chi le impara, non per me, non è solo
questo che desidero.
Nella scrittura affiora ciò che siamo o siamo stati, ciò che vorremmo essere
o evitare.
Se ci si lascia andare a questa sorta di magia a volte scomoda ma più
spesso fonte di benessere, ci si ritaglia un luogo in cui ricominciare a
vivere con i 5 sensi che là finalmente trovano spazio e voce, di solito
boicottati da incombenze, fretta, quotidiano, circostanze.
Quando accade, ci si apre agli altri e i lunedì di un corso di scrittura ci
fanno ricchi.
Di questa ricchezza ricevuta, voglio ringraziare le allieve del Corso di Scrittura
2024 ma anche gli allievi degli anni precedenti, i quali mi hanno dimostrato con affetto che non ci si perde se davvero lo si desidera, e che quel ponte ostinato di cui altri hanno scritto, che unisce lettori e scrittori, esiste, è reale, attende di essere attraversato e di creare legami.