A guardare fuori dalla finestra scopri tutto un mondo pieno di significati…
Il traffico racconta storie di persone che tornano a casa, alla sera, dopo il lavoro, e chissà cosa troveranno aprendo la porta… Una famiglia che li aspetta per sedersi a tavola, o forse il silenzio di un appartamento vuoto che può avere un duplice effetto: la bellezza della tana in cui rannicchiarsi finalmente rilassati, o la desolazione di un divano troppo grande che si vorrebbe abitato di sorrisi.
Dalla finestra puoi semplicemente guardare le nuvole, e ricordare quando tuo padre ti aiutava a vederci figure e volti, e insieme ne ridevate. O puoi annusare il vento, che porta sempre qualcosa da molto lontano: un sospiro, un profumo, una voce…
Dalla finestra puoi guardare le persone che abitano vie e piazze, e immaginarne la vita con la fantasia di chi scrive. Saranno felici? E quello laggiù, con la schiena ricurva, è afflitto da un amore finito? E lei al telefono sta dicendo a qualcuno che la vita è bella?
Dalla finestra non arrivano le parole ma le puoi inventare, chiedendoti se in tutte quelle ombre c’è amore o mancanza. Sono facce di una stessa medaglia, come le risate o le lacrime, e nel quotidiano si alternano e vorticano lasciando tracce sul cuore.
Dalla finestra, vedo anche i protagonisti del mio libro in uscita, perché da fuori sono giunti dentro le pagine, quasi in punta di piedi, timidamente, con il pudore di chi si racconta dietro un velo. Il male d’amore raccontato è un male d’amore che alleggerisce…
Che la finestra resti sempre aperta, che il fuori e il dentro si mescolino per avvicinarci tutti, alla sera…
Susanna
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