Susanna Trossero

scrittrice

L’angelo della porta accanto. La prefazione di Massimo Dapporto

on 12 Maggio 2009

Massimo Dapporto ha scritto la prefazione al libro L’angelo della porta accanto di cui io sono l’autrice insieme a Sandro Ghiani. Ecco la prefazione per voi. Vi piace?

Non ho mai scritto una prefazione. O forse sì. Una volta sola. Imbarazzante. Non mi piaceva quel racconto. Era imbarazzato anche l’autore: aveva capito. Più che una prefazione credo di aver scritto il suo necrologio.

Allora questa è la mia seconda prefazione! Bene. Per far capire al lettore e, perché no, agli stessi autori il mio giudizio sui quattro racconti che ho appena terminato di leggere, mi servirò anch’io di un racconto, una specie di metafora che poi tanto metafora non è, perchè riguarda la mia infanzia. Dunque, zia Lina, qualche rara volta, mi portava al cinema parrocchiale o di seconda visione; era l’inizio degli anni Cinquanta. La guerra era finita, ma gli adulti conservavano ancora quelle terribili immagini, come noi ancora conserviamo quelle delle Torri Gemelle. Erano stati abituati a difendere dei valori di cui oggi conosciamo solo la parola “valori” ma non sapremmo elencarli. Mia zia, a distanza di otto anni dalla fine della guerra, si comportava ancora come se ogni giorno di pace fosse l’ultimo prima della ripresa dei bombardamenti. I soldi erano necessari e si dovevano usare solo per fare la spesa e per i vestiti, ma buttarli per vedere un film era da incoscienti. A volte stavamo davanti alle bacheche del cinema e lei, per risparmiare, mi raccontava la trama del film basandosi sulle foto delle scene che erano esposte e poi tornavamo a casa. Un po’ alla volta mi ero convinto che il cinema fosse quello e che ogni bambino avesse il suo cantastorie personale davanti alle foto del film dentro la bacheca. Poi finalmente ho capito e ho preteso di entrare: che si decidesse almeno una volta mia zia a comprare il biglietto! E così zia Lina si è piazzata, tenendomi per mano, davanti all’uscita del cinema. Si è avvicinata ad un signore che aveva appena terminato di vedere il film e, a bassa voce, come pronunciando una parola d’ordine, gli ha chiesto: «Merita?» Poi ad un altro: «Merita?» Poi ad una signora: «Merita?»

«Sì, merita».

Abbiamo allora comprato i biglietti. Vi starete domandando che razza di prefazione è questa. Dov’è la metafora? Vatti a nascondere tu e zia Lina. Un momento. Torniamo davanti al cinema, ma al suo posto c’è una libreria. Sto lì, in piedi già da un paio d’ore, sorrido, mi faccio serio, arrivo addirittura ad asciugarmi una lacrima, sorrido di nuovo. Una signora, tenendo per mano un bambino, si avvicina e mi chiede:

«Mi scusi, cosa sta leggendo?»

E io: «L’angelo della porta accanto».

«E mi dica, merita?»

E io: «Sì, signora, merita».


One Response to “L’angelo della porta accanto. La prefazione di Massimo Dapporto”

  1. Anonymous ha detto:

    Simpatica, originale, geniale e anche profonda! Ilaria

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