Susanna Trossero

scrittrice

L’arte ci libera illusoriamente dalla sordidezza di essere

on 12 Gennaio 2010

 Oggi vi regalo qualcosa di Pessoa, da Il libro dell’inquietudine:

“L’arte ci libera illusoriamente dalla sordidezza di essere. Mentre sentiamo i mali e le ingiurie di Amleto, principe di Danimarca, non sentiamo i nostri – vili perché sono nostri e vili perché sono vili.

L’Amore, il sonno, le droghe e le sostanze tossiche sono forme elementari dell’arte, o piuttosto, sono modi di riprodurne lo stesso effetto. Ma l’amore, il sonno e le droghe hanno ognuno la loro disillusione. L’amore stanca o disillude. Dal sonno ci si sveglia e quando abbiamo dormito non abbiamo vissuto. Le droghe si pagano con il decadimento di quello stesso fisico al quale esse sono servite da stimolo. Ma nell’arte non esiste disillusione, perché sin dall’inizio è stata inclusa l’illusione. Dall’arte non ci si deve risvegliare, perché in essa non abbiamo dormito, anche se abbiamo sognato. Nell’arte non c’è un tributo o una multa da pagare per averne goduto.

Il piacere che essa ci offre, dato che in un certo senso non è nostro, non lo dobbiamo pagare e non dobbiamo neanche pentircene.

Si deve intendere come arte tutto quello che ci delizia senza essere nostro – la traccia del passaggio, il sorriso fatto ad altri, il tramonto, la poesia, l’universo oggettivo.

Possedere è perdere.

Sentire senza possedere è custodire, perché significa estrarre da una cosa la sua essenza.”


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