Susanna Trossero

scrittrice

Quando noi scriviamo, sogniamo

on 22 Dicembre 2009

Quante anime nascoste, con in mano una penna o sotto le dita una tastiera, a scrivere in segreto di sogni e bisogni, a sognare un’altra vita o la loro ma condita d’altri significati. Perché quando noi scriviamo sogniamo: sogniamo di essere noi stessi ma diversi, ci lasciamo trasportare dal desiderio di smontare, scomporre, modificare, reinventare la realtà.

Durante queste giornate in Sardegna, ho constatato per l’ennesima volta (ma forse in modo ancora più tangibile) la presenza di tutto un mondo sotterraneo di persone che scrivono, che sentono il bisogno di farlo, e di condividere questa impellente e intima necessità con altre. Tra seminari, presentazioni e tè letterari, ho avuto modo di parlare con donne e uomini di ogni età (e con questo intendo settantenni e adolescenti compresi) che avide di sentire parole raccontano parole in una loro personale lingua che li rende unici. Perché forse è vero, tutto è già stato scritto, ma è vero anche che ognuno di noi ha un modo differente di raccontare, e c’è ancora tanta fame di storie…

Proust diceva che i bei libri sono scritti in una specie di lingua straniera, poiché scrivere significa inventare nella propria lingua, una nuova lingua.

Sono rientrata a Roma con la convinzione di non essere stata io a trasmettervi qualcosa bensì voi a me, perché il vostro fuoco unito al pudore di esternarlo, io lo conosco bene e vi invito a superarlo seguendo le vostre naturali inclinazioni per qualunque genere di creatività; creativi lo siamo tutti, ricordatelo, lo è anche chi ha il pollice verde o ama inventare ricette; lo è chi manifesta la sua dote naturale con discrezione, chi ha bisogno d’essere accompagnato e stimolato. Lo è chi ancora non conosce la sua, di dote, chi dovrà scoprirla, coltivarla e svilupparla.

Grazie per le mail che mi arrivano dai ragazzi dei due istituti tecnici di Carbonia, grazie per i raccontini che mi inviate da leggere, grazie ai nuovi amici dei seminari e a tutti voi che aderirete ai prossimi. E grazie a coloro che, organizzando il tè letterario al femminile del passato 14 dicembre, mi ha fatto ritrovare insegnanti della scuola media, compagne delle superiori e tante altre persone che hanno percorso con me – in un passato ancora tanto vicino al presente – un pezzo di cammino.

Ricordatevi che avere qualcosa da dire è un patrimonio di tutti, dunque lasciate libera la fantasia e riempite i vostri fogli bianchi, vi sentirete meglio.

Un abbraccio a chi mi ha detto che ho un buon karma, a chi mi ha consigliato di procurarmi il dono dell’ubiquità, a chi mi ha sorriso dicendo “tu hai aperto davanti a noi una piccola porta mostrandoci ciò che ci sta dietro” e a tutti coloro che ci sono stati o che interverranno la prossima volta.

A presto, vi aspetto

Susanna

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