Susanna Trossero

scrittrice

Quanto è già stanco, il 2014?

Quanto è già stanco, il 2014?

Quanti buoni propositi, per il nuovo anno… In fondo è solo un nuovo giorno nel calendario, eppure lo si riveste di possibilità, gli si affidano sogni e speranze, si moltiplicano i progetti o si rispolverano quelli a lungo rimandati. Soltanto un nuovo anno che arriva, uno vecchio che se ne va e che in tanti giurano di voler dimenticare. E c’è poi il timore del tempo che passa troppo in fretta, ad aggiungersi alla malinconia di ciò che abbiamo perduto e che non tornerà, delle occasioni sprecate… Siamo così pieni di contraddizioni, così confusi ed eternamente desiderosi di avere di più e dell’altro, o di meglio magari, di più soddisfacente o appagante.

Così, anche il 2014 parte con un grande bagaglio di attese e sogni da esaudire, di richieste da soddisfare, già affaticato dalle nostre ansie ma pronto a fare del suo meglio, pur sapendo che fra dodici mesi sarà anche lui da qualcuno rinnegato e maledetto.

Povero anno appena arrivato, che fatica starci dietro… Ma io brindo a lui come a tutti gli altri, perché il nuovo – bello o brutto – sta sempre pronto là fuori dalla porta ed è il nostro personale modo di accoglierlo o affrontarlo, che ne modifica la portata.

Provvidenziale nuovo anno giunge
quando malfermo quello vecchio va a morire
ormai  sciatto abito smesso
in un armadio denso di cordoglio.
È da una fine che nasce un nuovo inizio
e tu sorridi al novello menestrello
che al sole canta di cose sconosciute…
La sua armonia ora mozza il tuo respiro
in una parata di grandi cambiamenti,
e ci sarà tempo per parlamentare
meglio godere di un alba promettente.

Buon anno,
vostra Susanna

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L’abbraccio di settembre

L'abbraccio di settembre

Ed eccolo, il vento che sospinge le nuvole di fine estate. Si riconoscono senz’ombra di dubbio, perché appaiono vagamente imbronciate e mostrano un magone ancora contenuto ma promettente lacrime. La terra le aspetta, queste lacrime, dopo mesi di arsura che hanno tolto la vita alle piante del mio balcone e non solo a quelle. Mi piace l’incertezza che respiro con l’arrivo di settembre, quelle stesse folate di maestrale che odio d’estate adesso le attendo e da loro mi lascio volentieri scompigliare i capelli.

C’è un che di nostalgico e vagamente malinconico, in quel lasso di tempo che passa tra la fine delle vacanze e l’autunno che si avvicina; cambia il colore del cielo, cambia il profumo dell’aria e la casa diviene via via “tana” man mano che le giornate si accorciano. La normalità incombe, tuttavia risulta necessaria, mentre l’abbronzatura comincia a impallidire.

Mi preparo ad attuare molti progetti, in questi giorni, scrollandomi di dosso la pigrizia da troppa calura, e voi? Voi quali buoni propositi avete per questo inverno? Anche i “cattivi” sono graditi, vi aspetto con curiosità!

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