Vi è mai capitato di soffermarvi sul serio sui toni di voce di un romanzo? Sì, non dico assurdità, i libri ci parlano e usano toni di voce differenti a seconda di ciò che gli autori vogliono trasmettere a chi legge.
La voce narrante o i personaggi, si arrabbiano, gioiscono, sono preda di dubbi, ammiccano, urlano o sussurrano… Come? Attraverso la punteggiatura, naturalmente, che non si limita a regolare un testo bensì ne costruisce il senso (o lo stravolge quando viene usata in modo inappropriato).
Il modo migliore per scoprire se funziona, è la lettura a voce alta: noi, in maniera del tutto naturale e istintiva, quando parliamo inseriamo nel discorso pause brevi o lunghe, silenzi, attese, sospensioni, intonazioni, in base a ciò che vogliamo comunicare. Ebbene, tutto questo può tradursi altrettanto naturalmente nella punteggiatura di un testo, ovvero la punteggiatura è comunicazione.
A proposito di questo argomento, giorni fa ho letto un articolo su James Joyce che parlava del suo “Ulisse”, considerato uno dei più innovativi romanzi del XX° secolo. Monologo interiore, flusso di coscienza, e sul finire – credo negli ultimi 8 lunghi periodi – assenza di punteggiatura.
Ebbene, l’articolo svela che una delle ragioni – ma non certo la sola – che fece considerare quest’opera come moderna e innovativa, ovvero la particolarità della punteggiatura mancante, in realtà non fu una scelta stilistica dell’autore. Aveva subito ben undici interventi agli occhi poiché gradualmente stava perdendo la vista, e ciò rese la stesura di Ulisse sempre più difficoltosa. Scriveva a letto, in posizione prona, e cominciò a usare dei pastelli colorati per rendere più visibili le lettere. A complicare il tutto, la difficoltà nell’inserire la punteggiatura tra le righe e il renderla a lui stesso visibile, tanto che ad un certo punto si arrese e smise di usarla! Insomma, una causa di forza maggiore che ha contribuito a rendere i flussi di coscienza del suo protagonista ancora più incisivi e Joyce audace e coraggioso.
Vi lascio con un mio breve video sulla punteggiatura, esortandovi ad andare a scovare aneddoti o curiosità sugli scrittori che più amate: le sorprese sono sempre molto interessanti.