L’ansia delle piccole cose, incombenze quotidiane o banali contrarietà che le intralciano, il quieto vivere defraudato dal niente…
Può essere il telefono che squilla quando il numero è sconosciuto, la pioggia che cade mentre stai per scendere dall’autobus, le chiavi di casa scomparse (ma erano proprio là, là dove ora non sono).
Non la conoscevi, quell’ansia priva di fondamento, quella del risveglio brusco o della difficoltà ad addormentarti, quella scaturita dalla normalità delle cose che diviene all’improvviso “normale” complicazione.
No, non la conoscevi, e nessun conforto ti dà il parlarne con gli altri perché gli altri sorridono di ironia malcelata, e ti danno il benvenuto nel club degli ansiosi, soddisfatti del tuo ritardatario malessere. Ti consideravano un’eletta altezzosa, forse, e ti attendevano al varco un poco stizziti. Ebbene eccoti tra loro e, devi ammetterlo, “prima” non li comprendevi.
Poi, adattandoti alla nuova condizione, ti rendi conto che la soluzione è a portata di mano.
Scoperto il male, trovata la cura.
Camminare.
Da poco ho letto che il ripetersi di un passo dopo l’altro è come recitare un mantra, e ho scoperto che è vero. Respirando a pieni polmoni, ascolti il pensiero che vaga e diviene astratto perché libero di andare dove vuole. Ti si apre un mondo fatto di cielo da osservare, di foglie tremolanti e alberi profumati; una goccia di resina, un filo d’erba prepotente che si è aperto un varco nel marciapiede, una zolla di terra coperta di muschio, i colori dell’autunno che si srotolano sul parco come un tappeto. Creatività alle stelle, pulizia interiore, un lento rigenerarsi mentre riscopri muscoli che non ricordavi di avere.
Poi lui, il cervello, che libera endorfine, tue nuove amiche. Bello, entrare in contatto con loro, sentire che non appena entrano in circolo scacciano lo stress, gli stati d’ansia, il malumore. Nessuna guerra intestina tra questi due opposti, non avverti battaglie, solo benefici.
E ti accorgi che dopo una camminata di buona lena, sei più capace di ridere, di trovare in te la voglia di farlo. I bambini ridono circa quattrocento volte in un solo giorno, gli adulti più o meno cinque… Non è terribile?
E allora, via, in marcia, e come in un cerchio il camminare rilascia le endorfine migliorando l’umore, se migliora l’umore hai più voglia di ridere, e se ridi liberi nuove endorfine!
Allarme rientrato: le incombenze quotidiane o le piccole contrarietà restano tali perdendo d’importanza, e se piove spioverà.
“L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni, e così noi vediamo magia e bellezza in loro: ma bellezza e magia, in realtà, sono in noi.” (Kahlil Gibran)