Tvorymo istoriyu razom – insieme creiamo la storia.
Uno slogan che rappresenta la volontà e la speranza di Polonia e Ucraina unite, di vincere una “sana” competizione.
Siamo tutti pronti, una cifra esorbitante di biglietti venduti, l’accordo stipulato con la Warner Bros per promuovere “l’evento”, la quale produrrà e venderà abbigliamento, accessori per auto, per la cura personale e per neonati, per la casa e per l’ufficio o per i computer, e poi borse, calzature, gioielli, pubblicazioni, accessori sportivi, giocattoli e giochi. Tutto è pronto per questo torneo di pallone dell’Europa 2012. Sono pronti gli sponsor, i telespettatori, le federazioni calcistiche, il comitato UEFA, anche la nostra Gazzetta dello Sport. Pronti i 20 giocatori e i 3 portieri.
E, soprattutto, sono pronte le strade. Si è provveduto a “pulirle” per tempo.
36.000 cani e gatti uccisi dal mese di gennaio a pochi giorni fa: inizialmente con polpette avvelenate, poi si è deciso che il metodo più veloce era il bastone. Dipendenti comunali a tramortire a bastonate cani e gatti, randagi e di proprietà, e poi a bruciarli, spesso ancora vivi e terrorizzati accatastati tra i loro simili morti o ancora agonizzanti, gettati alla rinfusa in grandi barili di latta o in sacchi, o ammucchiati in attesa della fine.
Hanno pulito le strade in nome di un evento sportivo. Insieme creiamo la storia. Più facile, con una strage, tanto la storia ne è piena.
Non completerò queste mie poche righe con le foto raccapriccianti che girano in rete e che non riesco a guardare. Ma commenterò quello che siamo, noi europei, se nel 2012 non siamo stati capaci di fermare un simile scempio in casa nostra, e non con battaglie di volontari disperati o con gli appelli e le raccolte di firme, ma con la legge.
Vorrei saper dire la cosa giusta, adesso, ma la cosa giusta sarebbe violenta, e darebbe vita a una contraddizione con la mia indignazione per tanta aberrante violenza documentata. Ma non ho in mente niente di buono.
Ho in mente soltanto una parola: branco. È il branco che ha dato vita ad un simile provvedimento. È il branco, rappresentato da tanti dipendenti comunali, ad aver accettato di eseguirlo con tanta solerzia (e gusto, leviamo il prosciutto dagli occhi). È il branco a partecipare a questo evento sportivo sporco di sangue fingendo di non sapere, e sarà il branco a riempire le tribune, a seguirlo in tv. Un branco composto anche da 23 giocatori, che daranno il meglio ignorando l’olezzo di carne bruciata proveniente da forni crematori improvvisati. Dissociarsi sarebbe stato un grande atto di civiltà, una dimostrazione di sdegno. Di umanità.
Ma… Tvorymo istoriyu razom: insieme creiamo la storia. Tutti insieme. In branco.