Ieri, 18 agosto, Canale 40, emittente di Carbonia e del Sulcis, mi ha intervistata in merito al libro Il pane carasau. Storia e ricette di un’antica tradizione isolana in uscita per la Graphe.it edizioni. Ecco il video.
Un lunedì senza ombrello
“Oltre i vetri del mio appartamento, adesso Roma è un tramonto inaccettabile, un bacio rubato per la via, un gabbiano che plana e una cascata d’edera infreddolita. È un cane randagio che strattona il sacchetto della spazzatura abbandonato e mal sigillato, è un clacson che importuna, un futuro giunto troppo in fretta tra i ruderi del passato.
Quando inizia, il futuro? Con quali segnali ti avverte del suo arrivo?
C’è un fiocco rosa, nel portone di fronte all’ufficio. Un grande, pomposo fiocco rosa fuori moda, fatto di pizzi e merletti, così come si confà ad una femminuccia. Perché annunciare al mondo una notizia privata? Perché deve essere condivisa tra vicini e sconosciuti, bottegai e postini? Perché dovrebbe rappresentare un lieto evento anche per me che passo là davanti ogni mattina, contrariata dal traffico o dalla sveglia che suona sempre troppo presto?
Questa domenica si sta rivelando interminabile.
Non ti voglio. Ecco, l’ho detto, e stavolta ancor più chiaramente. Mi hai sentito? Non ti voglio. Non voglio una caricatura di Federico in giro per casa. Non voglio preoccuparmi delle tue necessità fisiologiche, non voglio essere svegliata dai tuoi pianti capricciosi, non voglio darti il mio seno o la mia vita, il mio tempo o i miei pensieri. Se tu fossi un maschio, ne morirei. Se tu fossi una femmina vedrei in te la mia persona mescolata a tuo padre, come un patchwork grottesco e umiliante, costantemente sotto i miei occhi. Sei il suo orgasmo dentro di me. Questo è un per sempre che non posso tollerare, che non sono in grado di sopportare.”
(Dal mio nuovo ebook Un lunedì senza ombrello, Graphe.it edizioni – qui una mia intervista in merito)
Un libro da assaporare
Sono tornate le cicale, come ogni anno, e regalano concerti che non prevedono note stonate, in una melodia tutta estiva che racconta di vacanze imminenti, di relax, di condivisioni piacevoli, di libri da leggere o di parole da scrivere.
Il mio ottavo libro è in procinto di nascere e non è soltanto mio: scritto a quattro mani con l’autrice Antonella Serrenti, appassionata non solo di scrittura ma anche di cucina e di antiche tradizioni, è un libro che mi riporta a casa, in Sardegna, tra la mia gente e la sua storia; una terra antica e battuta dal vento, fatta di alberi che si piegano sotto l’ira del maestrale ma non si spezzano, un po’ come i suoi abitanti.
Compiendo delle accurate ricerche, abbiamo scoperto che sono tanti i libri che raccontano dei pani sardi; l’isola ne vanta un’infinita varietà e al di là di gusti personali in fatto di pane, si resta ammirati anche dalla bellezza delle forme e dai decori, che spesso riportano quelli che gli artigiani orafi danno ai loro gioielli isolani. Ma qual è il pane sardo che oramai è presente anche nelle mense del resto del continente? Il Pane Carasau, apprezzato in tutte le regioni italiane e acquistabile nei supermercati o nei negozi di nicchia. Ebbene, non esiste un libro che si dedichi soltanto a lui e alla sua storia, e noi abbiamo voluto crearlo, perché di creazione si tratta quando metti insieme le voci di chi sapeva come panificare, e quale valore dare a quei momenti di grande socializzazione. Possiede una grande storia, questo pane, e noi lasciamo che a raccontarla non siano solo pagine di nozioni ma anche le testimonianze di un tempo andato, quando si lavavano i panni al fiume e quando la parola comunità era sinonimo di grande famiglia e solidarietà. In questo prezioso volume denso anche di intimità e calore umano, intitolato Il pane carasau. Storia e ricette di un’antica tradizione isolana, della Graphe.it Edizioni, in uscita il 26 settembre 2014, scoprirete tante cose sui sardi e sulla loro cultura o mentalità; inoltre abolirete preconcetti, approfondirete piccole e grandi cose su questa terra fiera, e avrete l’occasione di dar grande soddisfazione al palato: molte sono le appetitose ricette che vi offriremo, legate al Pane Carasau, sia antiche che moderne, tutte di semplice esecuzione.
Ci prepariamo dunque per le presentazioni, che naturalmente cominceranno in Sardegna in concomitanza con la pubblicazione del libro, e che proseguiranno poi per tutto il territorio italiano. Nell’attesa, potete seguirci sulla pagina Facebook, e chi fosse interessato ad ospitare questo delizioso volume o a saperne di più, non esisti a contattarmi perché è questo il momento che prediligo: terminata la stesura di un romanzo, una raccolta di racconti o un saggio, comincia infatti la condivisione con i lettori, lo scambio, la vera vita per le pagine scritte. Grazie a voi, al vostro sostegno costante, l’idea trasformatasi in progetto nasce come libro, ancora una volta…
Ci sono giorni che sono storie
“Ci sono giorni che sono storie, che sono una vita intera condensata, e che non basta una vita per raccontarli. Giorni la cui lunghezza non ha alcuna rilevanza, ma dalla profondità terrificante. Giorni che scavano voragini nelle viscere, pozzi neri che mai si prosciugano del tutto, e che li rendono immortali nel ricordo. E non importa che siano stati dolorosi o felici (mio Dio quanto può essere dolorosa da ricordare, la felicità…), sono giorni destinati a restare. Giorni di cui, forse dopo anni, continuerai a parlare con l’amica dell’anima. È stupefacente quanto la vita sia fatta di pochi di questi giorni. Tutto il resto sono spesso solo ore non vissute: per pigrizia, per noia, per quieto vivere, per stupidità. E maledette siano, allora, le ore non vissute!
E benedetto il tormento del ricordo. Il tormento del tempo che passa. Solo chi ricorda, ha vissuto.
Ma passa il tempo, passa sempre più veloce sulle nostre giornate, sui mesi e sugli anni. Le lenzuola ancora ardono, ma io cambio. Cambia la mia pelle, il mio corpo dà inizio a quel sottile e inesorabile tradimento, cambia la luce; la marmorea figura, che rende le donne presuntuose, lascia spazio ad un quasi impercettibile cedimento, almeno all’inizio. Cedimento che si trasferisce dentro la mente ed è là che attecchisce e mi affligge.
“Sei bellissima”, mi dici, e i tuoi sguardi bramosi sono ancora sinceri, sincero il tuo desiderio senza fine. Siamo sopravvissuti alle mancanze, a crisi finanziarie, ad un cambio di ruoli che ci ha visti crescere e raggiungere la dimensione più matura dei compagni, dopo essere stati giovani amanti; sopravviveremo ad ogni altro cambiamento ma… un infido e sottile disagio ora è parte di me: e se non ti piacessi più, domani? “Domani” è già là, dietro la porta, ridacchia, malevolo e sornione…
Che farei dei miei pensieri se non fossero diretti a te? Ti appartengo. Conosco il tuo torace glabro, la piega che prendono i tuoi capelli dopo l’incontro con il cuscino, piega che tu trovi irritante e io deliziosa. Conosco ogni sfumatura del tuo sguardo che, da rilassato e distratto, diviene iroso o contrariato. Conosco le righe verticali che la rabbia deposita sopra il tuo labbro superiore, proprio sotto il naso. Conosco la forza di ogni tuo sorriso, capace di trasformare l’asimmetrico volto. Conosco le tue manie, i tuoi timori, la tua arroganza e la tua bontà.
Il tuo insopportabile temperamento artistico, senza il quale non saresti mai stato così affascinante e contraddittorio.
Il tuo bisogno di essere rassicurato sulla tua stessa forza nei momenti di grande debolezza, di essere appoggiato e sostenuto mentre ti racconti di quanto tu non necessiti d’appoggio e sostegno.
Conosco il tuo sapore, il tuo odore, i tuoi vuoti, le tue inconsistenze. La tua concretezza o l’incalzare dei tuoi volubili bisogni.
Che cos’è l’amore?
“Ti amo” è forse solo una parola?”
Dal romanzo Adele – Susanna Trossero / Francesco Tassiello – Graphe.it Edizioni.
Due chiacchiere a Ladispoli
Quando ho partecipato al laboratorio di scrittura narrativa della Rai, non molto tempo fa, ho conosciuto persone deliziose e stimolanti, con le quali mi sono ripromessa di non perdere i contatti. Facile, se davvero lo si vuole e sebbene si viva in una città così grande come Roma, che di certo non favorisce i rapporti sociali!
Da quei stimolanti quattro mesi di chiacchierate sulla parola scritta, sul narrare, sulla creatività e sulle regole da affiancare al talento, sono nate belle amicizie e anche una piacevole collaborazione che sfocerà in un evento culturale al quale spero i miei lettori romani parteciperanno: sabato 7 marzo, alle ore 18,30, alla biblioteca P. Impastato di Ladispoli (Largo Federici snc), il mio romanzo Adele (Graphe.it Edizioni) – scritto in collaborazione con lo psicosessuologo Francesco Tassiello – e il romanzo Sapore di Rosa scritto a quattro mani da Barbara Cordoni e Tiziana Battisti, si incontreranno per dar vita ad una chiacchierata sulla forza delle donne, sulla volontà di inseguire un sogno mantenendo comunque i piedi in terra, ma anche sul rispetto della diversità tra uomo e donna e sulla piena accettazione di questa per far funzionare al meglio la coppia.
Noi quattro autori ci racconteremo, ma sappiate che il nostro desiderio più grande sarà quello di suscitare i vostri interventi, di creare una vera condivisione tra chi legge e chi scrive, toccando temi che riguardano e coinvolgono tutti noi per arricchirci a vicenda. Ci è doveroso ringraziare fin da ora l’Assessore alla Cultura Francesca Di Girolamo e l’Assessore alle Politiche Sociali Roberto Ussia, che hanno patrocinato l’evento appoggiando subito il nostro progetto.
E se Barbara e Tiziana, con il loro “Sapore di Rosa” vi sproneranno a non lasciare mai niente di intentato nella vita, io e Francesco vi inviteremo a rispondere alla domanda della nostra “Adele”: mutilante è vivere in coppia o in piena e consapevole solitudine?
Vi aspettiamo!