Susanna Trossero

scrittrice

Ancorati alla banchina del quotidiano

on 23 Maggio 2016

Ancorati alla banchina del quotidiano

Ci sono persone fuorvianti. Persone che danno un’immagine di se stesse tale da far credere ciò che non è. Persone comuni, banali, che indossano l’abito dell’essere superiore. Gli calza a pennello quando incappano in chi è dimentico del detto “L’abito non fa il monaco”, e vantando doti innate e intelligenza senza eguali, riescono a tenere a bada chi intelligente lo è davvero. Un modo subdolo e sottile di andare avanti e sostenere lo sguardo dei più autentici, di chi sa mostrarsi nudo, di chi non ama corazze né barriere e conosce il significato della parola umiltà, che nulla lede alla dignità. Come fanno? Un po’ di eloquio, finta riservatezza, una risposta a tutto.

Io ne ho incontrate alcune, e voi?

Ci vuole tempo, tempo e distanza, per capire. Capire che la loro cultura enciclopedica non è vita. Che le apparenti “idee chiare” sono pensiero d’altri rielaborato. Che ciò di cui sanno parlare è stato sapientemente costruito sul divano di casa, sfogliando volumi di un’enciclopedia. Ancorati eternamente alla banchina del quotidiano, parlano di luoghi meravigliosi senza averli mai visti. Sentenziano di culture differenti senza aver mai interagito con nessuno. Di dolore senza aver mai avuto il fegato di sostenerlo, magari tenendo la mano di qualcuno che se ne sta andando consumato da una malattia.

Parlano di viaggi ma faticano a superare la porta di casa perché viaggiare stanca, e le scoperte si possono fare anche grazie alla rete. D’arte, ma non hanno mai visitato un museo, né sono rimasti abbagliati da quei miracolosi raggi di luce che certi pittori hanno saputo riprodurre sulle tele esposte. Si fa una fila interminabile, per entrare in un museo…

Di musica, e non hanno mai avuto la fortuna di osservare qualcuno che la compone, di udire la magia di una nota che legandosi a quella successiva dà alla luce nuove melodie.

Criticano con supponenza scrittori capaci e non si sono mai cimentati in una narrazione che possieda un briciolo di dignità letteraria.

Giudicano film o registi, stroncandoli senza mai andare al cinema e temono il traffico, la sveglia al mattino, la fatica fisica.

Guardateli, vi prego, e non lasciatevi fuorviare da quella sicurezza che scade in arroganza, un vocabolario più ricco del vostro e un piedistallo sul quale appollaiarsi.

E se, come me, avete girato il mondo, conosciuto tante persone, sofferto per mutilazioni davanti alle quali non vi siete nascosti né sottratti… Se vi siete incantati e stupiti davanti a un Caravaggio, se avete ascoltato prima ancora di parlare, e accettato incombenze, fatica o seccature senza fingervi malati, o se giudicate libri, musica, film solo dopo esservi immersi in tutto ciò sporcandovi le mani… beh, sappiate che siete vivi, avete vissuto. Voi, voi sì.

L’intelligenza non è il risultato di una gara tra chi immagazzina più nozioni; è quel qualcosa che rende curiosi, che spinge ad uscire per scoprire chi o cosa ci aspetta oltre la porta di casa, sia che si tratti di un luogo, di una persona o di una situazione. Il resto è solo una buona memoria, sinapsi allenate, ostentata saccenza. E vita non vissuta.


4 Responses to “Ancorati alla banchina del quotidiano”

  1. Simonetta ha detto:

    Sono d’accordo ed io aggiungerei che le persone di cui parli sono dei poveretti che non sanno che cosa si perdono….. Non sanno cosa è la vita!

    • susanna ha detto:

      Ciao Simonetta, grazie per il tuo commento, purtroppo di persone così se ne incontrano spesso e la loro abilità sta nel far sentire in difetto chi invece la vita la vive in prima persona, senza sconti.

  2. Valeria ha detto:

    Conosco persone così. Non sono molte per fortuna tuttavia abbastanza da disturbare la mia intelligenza nella media, la mia comune curiosità del mondo, la mia sana sete di conoscere e sapere da qualunque fonte mi potesse giungere un nuovo tassello di mondo, cultura, bellezza, relazioni.
    Il problema è che inizialmente ingannano, quelle persone li, ti accorgi tardi che non partecipano a discussioni, a contraddittorio, stanno a guardare dallo scranno cercando di farti credere che non possono abbassarsi a spiegarsi con chi non può capire….
    Ma … quando vengono scoperti, possono solo andare altrove. Via di qua.
    Susanna, hai fotografato in modo eccellente una figura umana saccheggiatrice di pensieri e ipocritamente stagna. B r a v a

    • susanna ha detto:

      Grazie! Anche tu hai colto ciò che intendevo. E di questi personaggi è pieno il mondo, ve ne sono in tutte le categorie, in tutti gli ambienti, dobbiamo solo imparare a riconoscerle. In fondo, “l’abito non fa il monaco” che le nostre nonne predicavano, non è mai datato.

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