Susanna Trossero

scrittrice

Diario di viaggio tra le parole: pagina 1

on 10 Ottobre 2022

Ed eccomi qui, rientrata nella capitale dopo la bellissima esperienza vissuta alla VII edizione della Fiera del Libro di Iglesias, il cui tema era “La Meraviglia”. L’associazione ArgoNautilus della quale oramai faccio parte anche io – ammetto di scriverlo con un certo orgoglio – ne ha combinate davvero di tutti i colori superando se stessa, per questa ragione ho deciso di scrivere una sorta di diario di bordo, nel desiderio di condividere le mie emozioni con voi che ci siete stati, con voi che avreste voluto esserci e con tutti coloro che saranno dei nostri alla prossima edizione, magari grazie ai miei racconti di viaggio!

Oggi vi parlo dell’impatto da me avuto appena arrivata a destinazione, giovedì 29 settembre, sotto gli ombrelli colorati di Iglesias e le nuvole minacciose rivelatesi poi innocue. Come già sapete, amo la parola scritta, mi abbevero di tante forme e generi, mi incanto ad ascoltare le esperienze altrui in questo campo, e l’odore dei libri, il sapore delle storie, il suono con il quale invadono la mente… Grazie ad esse ci sono gli abbracci, i saluti, lo staff che si presenta, l’accoglienza calorosa e poi il primo evento a inaugurare la “colazione d’autore”, suggestione inventata dai fondatori dell’associazione, Eleonora e Maurizio, gli Argonauti che mi hanno condotta sulla loro nave metaforica per questo incredibile viaggio.

La “colazione d’autore” prevede che ogni mattina alle 9, ci si sieda al bar insieme a un autore a divagare di libri e scrittura, davanti a un caffè e qualche delizioso dolce. Un modo informale di stare tutti insieme, lettori e scrittori, il cibo come condivisione, esperienza comune, collante.

La scrittrice, quel primo giorno, è Antonella Grandicelli, con il suo “Sylvia Plath – le api sono tutte donne”, Morellini Editore. Mi avvolge subito la delicatezza e sensibilità con la quale decide di dar voce alla poetessa, interrompendo quella catena di morbosità attorno al suicidio, a favore della sua grandezza, delle scelte di donna, della bellezza dei versi, delle metafore, del vero senso del sottotitolo. Mi resta addosso una frase della protagonista, “la speranza è pericolosa, per una donna come me”, e dopo la colazione io e lei ci ritroviamo a chiacchierare sotto gli ombrelli colorati della piazza, mentre si preparano altri eventi, incontri, momenti che diventeranno storia da raccontare.

La parola di oggi è “speranza”, affiancata a “pericolo”. Uno strano accostamento che mi rimane addosso, mi inquieta, mi fa domandare quando realmente la speranza ci sia necessaria o quanto invece ci remi contro. Ovvero: la speranza ci intrappola o ci libera?

Mi piacerebbe domandarlo alla cara Antonella Grandicelli, scoperta di questa prima colazione d’autore.

A più tardi,

Susanna


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