Susanna Trossero

scrittrice

Divagazioni domenicali

on 20 Maggio 2024

Domenica ho visitato la Basilica di Santa Maria in Montesanto, a Roma. Si affaccia su Piazza del Popolo e la sua prima pietra fu posata nel 1662, ma solo secoli dopo attorno a questa chiesa si è creato un bellissimo rapporto di collaborazione con artisti di vario genere e soprattutto credenti e non credenti, dando spazio alla creatività e alla cultura con apertura e accoglienza. Dal 1941 si celebra ogni domenica la messa degli artisti e da tempo desideravo visitarla. Sollevando lo sguardo ho ammirato la cupola concepita da Bernini, con quel vetro ovale in cui il cielo si insinua all’interno della Basilica. Suggestioni.

Ogni angolo di Roma, ogni via, mostra la bellezza dell’arte anche in queste splendide costruzioni ma non solo: a volte è una statua che abbellisce un palazzo, altre un piccolo balcone, una fontana o un busto, e gli stessi sampietrini, quei blocchetti di leucite calpestati da chissà quanti nomi e vite e storie…

Storie… Sì, più mi guardo attorno più le sento premere in me cercando di farsi spazio, ma sono ancora confuse, non riesco ad ascoltarle, a dar loro un senso, a sceglierne una da mettere sulla carta sviluppandola e lasciandomi andare alla fantasia che da sempre mi è compagna di vita.

In periodi come questi, di affaticamento mentale e confusione d’idee e di intenti, necessito di un buon romanzo da leggere. Leggere mi apre la mente e mi spinge in quella zona irreale in cui tutto può accadere e dove si incontrano personaggi in attesa di prendere vita. Leggere, leggere il libro giusto.

Genere? Qualcosa che mi faccia venire il mal di stomaco, che mi trascini provocando smottamenti. Ne ricordo alcuni, di libri che rileggerei più e più volte, ma non è questo il tempo delle riletture: urge qualcosa di nuovo e sconosciuto per svelare in me quel qualcosa di nuovo e sconosciuto che non si sta palesando ma di cui sento la presenza.

Ecco, uscita dalla Basilica, domenica mattina, tutto ciò che mi occorreva era nell’aria: il silenzio indolente che di certo non è tipico della capitale, i colori che smorzavano tutto ammantando di grigio case e vie, il cielo che prometteva pioggia, l’odore dei gelsomini, nessun fruscio perché regnava l’immobilità senza aliti di vento. Gli uccelli stranamente silenziosi, i cani al guinzaglio non emettevano un fiato. Una insolita mattinata in centro, eppure incredibilmente invitante. Ma, nessuna storia in me. Solo una perfetta ambientazione.

E magari Bernini era là, con raspa e scalpello, a sorridere del mio blocco dello scrittore.


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