Susanna Trossero

scrittrice

Io parlo con il mare

on 27 Luglio 2023

A volte è come se mi svuotassi di ogni pensiero, spunto di riflessione, necessità/desiderio di comunicare qualcosa o incapacità di trovare in me gli argomenti per farlo. I giorni passano dietro incombenze varie, un po’ di abulia, propensione all’inconcludenza, fino a che il calendario ti dice che di tempo ne sta passando troppo ed è arrivato il momento di uscire dal guscio. Gioca a sfavore l’ondata di caldo – banalità, lo so – ma è facile sentirsi come una sala d’aspetto vuota: quelle sedie dapprima occupate da tante storie ora fanno parte di una anonima stanza vuota di volti e di pensieri e a guardarsi attorno vien voglia di andare a dormire.

Il fruscio del ventilatore oggi mi ha ricordato quello degli alberi mossi dalla brezza marina: un riparo pomeridiano dalla calura, aghi di pino caduti, un buon libro, il sale addosso. L’estate mi ricorda la mia natura isolana e la necessità di stare in spiaggia il più possibile ma non tra la folla. Io parlo, con il mare.

Parlo con la risacca, con i cormorani, con i piccoli pescetti che vengono a riva a solleticare i piedi, con le piccole patelle dalla conchiglia conica aderenti alle rocce… E ascolto il vento, vivo il contatto con la sabbia che massaggia, mi lascio andare al sole e rinasco al tramonto, quando l’acqua si fa specchio, tutto si ferma e i colori prendono possesso dell’anima.

Soltanto quando mi lascio abbracciare dal mio elemento naturale sono in grado di sentirmi parte di qualcosa di grande e in pace. Più il luogo è solitario, più posso sentirmi bene con me stessa e con la vita che abito, è sempre stato così, fin da giovanissima e ancor prima, da bambina. Nessun sogno, nessun progetto, nessun desiderio: io e l’azzurro, io e il calore, io e la consistenza della sabbia bianca sotto il passo veloce per non scottarsi. Niente da inseguire o da raggiungere quando chiudo gli occhi e recupero il silenzio interiore, quello stesso silenzio che a dieci anni mi faceva scrivere poesie seduta sulla riva mentre altri ragazzini giocavano non molto lontano additandomi come una “strana”.

“Sempre camminerò per queste spiagge tra la sabbia e la schiuma dell’onda. L’alta marea cancellerà l’impronta e al vento svanirà la schiuma. Ma sempre spiaggia e mare rimarranno”.
(Khalil Gibran)


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