Ho atteso del tempo, per concludere l’ArgoDiario della fiera del Libro di Iglesias 2023. Ho atteso perché volevo capire fino in fondo, dopo tanto raccontare di quelle quattro giornate d’aprile, quale è il messaggio che lasciano, quale il senso o lo scopo. Ma, soprattutto, se quest’ultimo è stato raggiunto.
Credo che dietro un lavoro di organizzazione come questo ci sia sempre la passione per la parola scritta, quella che ti avvolge, trasmette, ti arricchisce o ti fa crescere. Quella che provoca un risveglio mostrandoti altre vie, o quella che scopre un nervo che fa male. Senza questa passione, questo amore, nessun evento nasce sotto una buona stella sebbene ben organizzato. Tirando le somme, nasce un sorriso: è andata bene anche quest’anno.
Il 25 aprile, ultimo giorno della Fiera, ha raggiunto una profondità da cicatrice grazie a Fabio Stassi, scrittore che ho definito cantastorie, ma prima di raccontarvi di lui devo dire che l’incontro tra Riccardo Cavallero – fondatore di Sem, Società Editrice Milanese nonché pezzo da 90 della Mondadori – e il torinese Rocco Pinto, libraio “coltivatore di cultura”, le case editrici Ischire e Condaghes, si è rivelato illuminante e ci ha aiutato tutti a comprendere non solo alcuni meccanismi dell’editoria ma anche le difficoltà che uno scrittore incontra e cosa c’è dietro una pubblicazione.
Poi, ed eccoci a scendere in quella già citata profondità, al Teatro Electra, il nostro Fabio Stassi dopo aver ricordato Calvino si è raccontato attraverso un monologo che lo ha reso non solo cantastorie ma anche pifferaio magico. Avremmo voluto non smettesse mai di parlare, e la piece teatrale Vrascadù ci ha condotti insieme a lui nel “viaggio di un uomo che torna dove non è mai stato”, ci ha offerto la possibilità di trovare nella lettura la nostra zona di conforto, ci ha invitati a cominciare a frequentare il futuro, a costruire una nostra biblioteca interiore e a non dimenticare che errore dopo errore si arriva sempre da qualche parte.
L’applauso, caro Fabio, era più che meritato: ci hai dato davvero tanto e speriamo di riaverti con noi anche l’anno prossimo, perché di ascoltarti non ci si stanca mai.
A concludere la serata, il Circolo Musicale Verdi con la favola sinfonica “Il gatto con gli stivali”. Avvinti dalla voce narrante, dalle musiche, dalla consapevolezza che di lì a poco noi tutti Argonauti saremmo saliti sul parco a salutare il pubblico e dire addio all’ottava edizione della fiera dal tema Mappe, ha insinuato in tutti noi una prematura nostalgia che ha reso i saluti pubblici, la cena, gli abbracci notturni su una piazza Pichi oramai dormiente, indimenticabili momenti.
Il giorno dopo, entrando in una copisteria di Carbonia, ho vissuto un simpatico “dopo-fiera”: la locandina con il mio viso è affissa alla parete a dimostrare apprezzamento che vivo con soddisfazione: la mia città non mi ha dimenticata!
Argonauti, ci vediamo l’anno prossimo!
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