Ma voi vi ricordate i pesciolini di carta appiccicati sulla schiena degli amici ignari, ai tempi della scuola? Io riuscivo ad attaccarli addirittura con uno spillo senza che i miei compagni se ne accorgessero, se non quando venivano additati dagli altri tra ridarelle generali. Ovviamente, i pescetti di carta li ho subiti anche io e tra i cimeli di un tempo, custoditi nella mia cameretta a casa di mia madre, ancora resiste qualcuno di loro, conservato per ricordo. Quando mi capita di rivederli, sento il vociare dell’uscita di scuola farsi largo in me, e il profumo della primavera, quello delle mimose in fiore, tutto quel bianco delle margheritine, il rosso dei papaveri sul ciglio delle strade, capaci di crescere ovunque. E i giubbotti sulle spalle, il senso di liberazione dopo la campanella…
Ieri pomeriggio, alla libreria romana L’altracittà ho risentito e rivisto per un attimo tutto questo, durante la presentazione curata dalla Graphe.it del delizioso libro “Breve storia del pesce d’aprile”, Giuseppe Pitré, testo che ha visto la luce per la prima volta nel 1886.
Sì, perché il pesce d’aprile lo conosciamo tutti ma io per prima – e chissà quanti di voi come me – non sapevo venisse da così lontano!
Dietro questo insolito saggio del 2023 arricchito dagli approfondimenti antropologici di Carlo Lapucci, dalla divertente appendice della giornalista Roberta Barbi e da illustrazioni e vignette, c’è un gran lavoro di ricerca, coordinamento, organizzazione, per uno scanzonato fenomeno di costume che oramai tutti conosciamo e di cui in realtà sappiamo molto poco. Il tocco di leggerezza presente nel testo e quel simpatico regalino (un pescetto di cartoncino bianco da ritagliare), rendono il tutto ancora più accattivante.
Insomma, ho passato un bel pomeriggio e mi appresto a leggere “Breve storia del pesce d’aprile”.
Mi piace molto incontrare approfondimenti inusuali, cosa che nella collana Parva accade sempre. Scrive la casa editrice: “Parva è una collana di saggistica breve con l’intento di porre domande e far scaturire riflessioni. Testi brevi ma approfonditi curati da specialisti di vari settori del sapere umano che invitano a fermarsi e chiedersi cosa poter fare perché l’incendio possa divampare”.
E allora, che l’incendio divampi e… buon pesce d’aprile (mi raccomando non siate troppo cattivi!)
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