Susanna Trossero

scrittrice

I Padroni del Mondo

on 12 Aprile 2023

Tanti anni fa, ma proprio tanti, qualcuno mi disse che ci si accorge di aver raggiunto l’età matura quando il Natale si fa via via sempre più vicino all’estate. Il tempo scorre così velocemente che pensi di essere vittima di un sortilegio e quelle festività che da ragazzi aspettavamo con ansia, sembrano di passaggio e quasi non lasciano segno alcuno. Non c’è più il tempo vero dell’attesa, né quello del “durante”, e il dopo è solo il momento che precede la festa successiva.

Secondo voi, è vero? Forse sì…

Oggi è il 12 aprile, mercoledì; se n’è andata anche la Pasqua, il mio uovo di cioccolato me lo ricorda quando vado a spizzicarne un po’. La Pasqua, così come il Natale, mi riporta ai pranzi di famiglia con gli zii e i cugini: mia madre cominciava a cucinare che ancora era buio, mio padre tentava invano di darle una mano in quello che lei considerava il suo regno ma nisba, quella per lei era cosa da donne, giammai farsi aiutare da lui!

Da ragazzi, il giorno migliore era il lunedì dell’Angelo: spiagge, pinete, colline o campagne, pullulavano di gioventù, chitarre, cibo al sacco, motorini.

Nella mia cittadina isolana – Carbonia – proprio sulla piazza principale vi era una zona pedonale con alberi e panchine piuttosto ridotta, che chiamavamo “la passeggiata”. Stava di fronte alla chiesa. Là ci si ritrovava tutti, ed eravamo davvero tanti, ogni sera o all’ora di pranzo quando si usciva da scuola. A far che? Beh, a passeggiare, parlare, passare il tempo con i coetanei. Ebbene, il lunedì dell’Angelo buona parte di noi si dava appuntamento là ed è là che arrivavano le auto o i motorini al mattino, con le scorte di cibo. Io puntualmente portavo un grande contenitore di gnocchetti sardi al sugo – che quelli vi assicuro sono buoni anche freddi – panini vari e una colomba pasquale rubata da casa.

I clacson, i saluti, i Bongos del mio amico, i giochi di società che la mia amica si ostinava a portare e che restavano puntualmente nel suo zaino, le coperte per i prati o gli asciugamani per le spiagge, la gioia di vivere una giornata all’aria aperta: non ci serviva altro per sentirci degli eletti.

Ecco, amici della “passeggiata”: ogni volta che Pasqua e Pasquetta stanno oramai alle mie spalle, spizzicando l’uovo di Pasqua è a voi che penso, e al sapore che quella cioccolata aveva nel nostro tempo, quando tutto doveva ancora accadere e ci si sentiva padroni del mondo. Peccato non sapessimo che padroni del mondo lo eravamo davvero.

Con affetto immutato,

Susanna


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